
Nel Padiglione Italia sarà esposta la “Porzione d’Infinito”, l’opera di Giuseppe Fallacara, architetto e docente del Politecnico di Bari
La 17° Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia rappresenta un polo attrattivo e un punto di riferimento per tutti coloro i quali mostrano interesse per l’ambito architettonico. Essa si sarebbe dovuta tenere lo scorso anno, ma a causa del covid-19 è stata posticipata al 2021. L’inaugurazione è avvenuta sabato 22 maggio e coloro che desiderano visitarla avranno la possibilità di farlo fino al 21 novembre, presso le sedi della Serenissima: i “Giardini”, “l’Arsenale” e “Forte Marghera”. “How will we live together?” (Come sarà il futuro insieme?) è il tema della mostra, alquanto centrato, data la situazione nella quale stiamo vivendo. A tale quesito si sono cimentati nella risposta architetti e artisti di tutto il globo terrestre con opere e proposte per un futuro di vita sociale che miri all’inclusione.
Hashim Sarkis, preside e docente della Scuola di Architettura al Massachusetts Institute of Technology (MIT), è l’organizzatore della mostra; essa è contraddistinta da cinque aree tematiche, delle quali faranno parte le proposte di 114 partecipanti provenienti da 46 Paesi e di 62 partecipanti nazionali. Curato da Alessandro Melis, architetto e docente all’università di Portsmouth (Regno Unito), supportato dal Ministero della Cultura, il Padiglione Italia si presenta con il tema: ‘’Comunità resilienti”; esso è situato presso l’Arsenale. Il Padiglione Italia presenterà una parte interna e una esterna, denominata, “il Giardino delle Vergini”, avente la funzione di concentrare le attenzioni sullo spazio pubblico; esso proporrà un’esplorazione della resilienza urbana nella città contemporanea e permetterà di visionare sei opere eccellenti. È da ricordare che a partire dalle civiltà antiche, lo spazio pubblico (ad esempio l’agorà greca e il foro romano) ha sempre rivestito un ruolo fondamentale per la vita sociale, economica e politica. Dagli inizi del 20°secolo lo spazio pubblico ha subito un deterioramento. Questa è stata la causa delle problematiche relative alla sicurezza, alla socialità, all’inquinamento ambientale e acustico; in aggiunta, la pandemia da covid-19 è stata anche la causa del cambiamento del rapporto con lo spazio fisico nelle città. Conseguentemente, non vivendo più lo spazio pubblico con la stessa libertà di un tempo, è stata riscoperta la sua centralità per la vita della collettività. Dario Pedrabissi è il coordinatore di questa sezione del Padiglione Italia, affidata a sei architetti operativi in differenti branche del ramo architettura, con relativi team di progetto. Le tematiche da loro trattate mirano a presentare alcuni dei vari argomenti che lo spazio pubblico è in grado di offrire.
Giuseppe Fallacara, architetto e docente del Dipartimento di Ingegneria Civile e dell’Architettura presso il Politecnico di Bari, con il suo Team formato da Maurizio Barberio, Ilaria Cavaliere, Dario Costantino, Nicola Parisi, Giuseppe Scaltrito, Marco Stigliano (architetti e docenti formatisi presso il Politecnico di Bari), Daniele Malomo e Michele Masciavè (ingegneri strutturisti) e le aziende SNBR con Rocamat (FR), CNCDesign (Mola di Bari) e Stilmarmo (Apricena) presenterà la “Porzione d’Infinito”. Ssi tratta di una riflessione riguardante il cambiamento climatico che sta avvenendo sulla Terra, con la indispensabile valutazione sulla tipologia materico-culturale delle opere architettoniche che avvalorano la qualità dello spazio pubblico. L’opera è il risultato di lunghe ricerche riguardanti l’architettura in pietra e la progettazione stereotomica, condotte a partire dal 2000 nel dipartimento DICAR del Politecnico di Bari. Essa, valente per livelli comunicativi simbolici, funzionali e costruttivi, è costituita da due elementi principali: uno spazio voltato (4,50m x 8,00m x h 3,00m) simbolo della volta celeste, situato su quattro pennacchi, e un tessuto litico fungente da cielo stellato caduto a terra. L’opera, con un peso di circa 7 tonnellate, è stata realizzata con pietra pugliese d’Apricena e pietra bianca francese per esterni (“Anstrude Roche Clair”). Per permettere alle università che parteciperanno alla visita della mostra all’aperto, il team del Poliba presenterà la versione virtuale dell’allestimento del “Giardino delle Vergini”.