Cristiani e musulmani hanno in comune radici lontane: a dispetto di tutte le testimonianze storiche di segno contrario, sono religioni di pace, che condividono il concetto di compassione e di misericordia.
Per questo, Odysseo fa proprio l’appello del Comitato Organizzatore della XIV Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico, prevista per il prossimo 27 ottobre.

Vi si legge: «Per costruire un mondo di pace c’è bisogno che le due religioni mondiali maggioritarie, che sono l’islam ed il cristianesimo, sappiano riscoprire le comuni radici di pace in tutte le loro molteplici declinazioni, fra cui quest’anno vogliamo indicare […] quelle dell’accoglienza dello straniero, del rifugiato, dell’aiuto ai poveri, agli ultimi della società».
È per questo che il tema della Giornata sarà: «Cristiani e musulmani: dall’accoglienza alla convivenza pacifica».

Si legge ancora nell’appello: «Questo crediamo possa essere la strada per costruire una società libera dal terrore della guerra nucleare, dalla paura continua di qualsiasi essere umano diverso da noi, riscoprendo la comune umanità, il comune bisogno di accoglienza e di vivere pacificamente, come figli e figlie dell’unica Madre Terra che ci ospita. La ricca e opulenta Europa ed il cosiddetto “occidente”, non potranno assolversi dalle proprie gravissime colpe nei confronti dei popoli che hanno depredato delle loro risorse e che hanno costretto a subire la guerra e poi a fuggire e a divenire profughi, se non fermando la vendita degli armamenti, che sostengono la guerra e producono milioni di profughi, e ponendo fine alla depredazione delle risorse dei popoli africani, asiatici o sudamericani».

I latini dicevano: «Si vis pacem, para bellum – Se vuoi la pace, prepara la guerra». Al contrario, gli organizzatori della XV Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico concludono: «Chi vuole pace per se dovrà imparare a dare pace agli altri. E questo lo si potrà fare riscoprendo le vere radici comuni alle religioni monoteiste, ad islam, cristianesimo ed ebraismo, che sono l’accoglienza, l’ospitalità, la misericordia, la pace, perché “la terrà è di Dio” e nessuno ha il diritto di dichiararla propria e sfruttarla a proprio uso e consumo. Uomini e donne di pace cercasi».