“Se avessi chiesto alla gente cosa voleva, mi avrebbero detto cavalli più veloci” – Anche Henry Ford lo aveva notato, i grandi cambiamenti come quello energetico sono spesso repentini e difficili da prevedere. Noi ci auguriamo che questo cambiamento avvenga prima che sia troppo tardi.

Gli ultimi anni hanno visto un bisogno sempre più incombente di rivedere il sistema di produzione e utilizzazione dell’energia nel mondo in ogni singolo aspetto, dall’elettricità che usiamo in casa ai combustibili delle nostre auto passando per l’enorme quantità di energia usata nell’industria.

La necessità di ricercare fonti di energia pulita è stata spinta dall’aumento temperatura a livello globale (“global warming”) e l’aumento dell’inquinamento ambientale soprattutto nei centri urbani. Sebbene il “global warming” e l’ “inquinamento ambientale” sembrino parole campate in aria, questi fenomeni hanno cominciato lentamente ad avere un impatto decisivo sulle nostre vite.

Estati torride e violenti nubifragi hanno causato un gran numero di morti. Gelate e lunghi periodi senza pioggia hanno distrutto il raccolto dei coltivatori mettendo a repentaglio l’esistenza delle imprese agricole. Nelle zone più povere dell’Africa dove le tecniche dell’agricoltura sono ancora primitive, la mancanza di pioggia ha causato la morte delle popolazioni indigene. Negli ultimi giorni incendi hanno colpito vaste zone della California, e anche in questo caso si pensa che la ragione sia dovuta al repentino cambio delle temperature e ai forti venti. Le automobili hanno sempre più invaso le nostre città generando notevoli problemi di inquinamento. Si stima che solo in Europa siano morte 68.000 persone a cause delle emissioni dei motori diesel.

Questi appena descritti sono solo alcuni degli episodi che hanno colpito le nostre vite. Agenzie, centri di ricerca, Università e governi di tutto il mondo stanno cercando di trovare risposte su come invertire l’innalzamento della temperatura del pianeta e i conseguenti effetti disastrosi. Le soluzioni richiedono immani investimenti e un radicale cambiamento dei comportamenti umani, delle politiche e dell’intero sistema economico. Per queste ragioni, seppure siano stati fatti passi avanti, ancora non si è constata un’inversione di tendenza. In recente studio pubblicato su “Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas)” si descrive uno scenario ancora peggiore rispetto a quello fino a ora descritto. Infatti, gli studiosi del Stockholm Resilience Centre avvertono che un innalzamento di soli 2 gradi della temperatura globale potrebbe scatenare un “effetto domino” tale che qualsiasi azione correttiva dell’uomo non sarebbe in grado di riportare la temperatura ai valori precedenti all’età industriale. Le conseguenze sarebbero un’ innalzamento del livello dei mari di decine di metri tali che intere aree attualmente ad alta urbanizzazione in futuro diventerebbero inabitabili.

Per quanto riguarda il futuro sistema energetico, uno scenario di cui si parla da tempo è l’utilizzo dell’idrogeno come combustibile in alternativa ai convenzionali combustibili fossili (carbone, benzina, diesel ecc). L’idrogeno è un gas, in chimica viene indicato con il simbolo H2. Sebbene sia abbondante in natura non è disponibile allo stato puro ma solo in combinazione con altri elementi. Lo possiamo ritrovare per esempio nell’acqua (H2O). Il vantaggio dell’utilizzo dell’idrogeno è che non produce gas inquinanti quando viene convertito in elettricità.

L’idrogeno può essere estratto in maniera pulita dall’acqua con l’ausilio di elettricitá da fonti rinnovabili (eolico, solare). Per questo processo è necessario utilizzare un dispositivo chiamato elettrolizzatore, in inglese electrolyzer. Una volta prodotto l’idrogeno può essere immagazzinato, trasportato e utilizzato per produrre elettricità attraverso un dispositivo chiamato cella a combustibile. Queste celle a combustibile potrebbero essere installate nelle nostre case o nelle auto così che dall’idrogeno potremmo direttamente produrre elettricità. La figura allegata all’articolo descrive lo scenario appena descritto. Si vede un “electrolyzer” che produce idrogeno con elettricità da pannelli solari e pale eoliche, l’idrogeno è poi immagazzinato (“H2 storage”) per poter essere dopo riutilizzato per produrre elettricità in mezzi di trasporto (auto, bus, aerei) e nelle case.

Questo scenario energetico è stato definito come “Economia dell’idrogeno” e in futuro dovrebbe sostituire l’attuale economia basata sui combustibili fossili. Ed è qui è il vero problema: introdurre un nuovo paradigma energetico non è facile in quanto gli attori coinvolti nel cambiamento sono tanti e le motivazioni che spingono ciascuno di essi  non sono convergenti. Tra i principali attori coinvolti ci sono: i governi delle nazioni più industrializzate, la classe politica, le grandi aziende, i fondi di investimento, le agenzie e le istituzioni intergovernative come l’ONU e EU … Insomma mettere d’accordo tante istituzioni sulla stessa idea non è per niente semplice seppur ci sia al momento un bisogno urgente di ridurre l’inquinamento e il riscaldamento globale che ha causato già tante vittime.

Anche in Italia, quasi tutti i centri di ricerca e dipartimenti universitari coinvolti nel settore energetico ci stanno lavorando. Si sono anche create piccole startup nel settore. Ovviamente gli sforzi di ciascuno di questi enti è dipendente da i (pochi?) fondi disponibili. Chi vi scrive è da anni impegnato in questo settore scientifico. Al momento questo settore potrebbe essere definito “di nicchia”, con università e aziende che di tanto in tanto riescono ad avere il loro momento di gloria grazie a grandi scoperte e avanzamenti nella ricerca. Intanto nuovi attori come Cina e India hanno di recente cominciato a investire in maniera massiccia nel settore delle energie rinnovabili. La notevole dimensione del loro sforzo, ci lascia ben sperare che presto potremmo vedere buoni frutti.

Henry Ford, colui che ha prodotto per primo una vettura in grande serie, si dice abbia detto “Se avessi chiesto alla gente cosa voleva, mi avrebbero detto cavalli più veloci”. Il suo genio riuscì a cambiare quello che fino ad allora era stato il mezzo di trasporto delle grandi masse: il cavallo. Utilizzando per primo “la catena di montaggio”, riuscì a produrre una macchina a così basso costo che chi fino ad allora aveva utilizzato il cavallo poteva finalmente permettersi di guidare un mezzo molto più sicuro e affidabile. I grandi cambiamenti, come quello di un sistema energetico basato su energie rinnovabili sono difficili da implementare e a volte succedono in maniera repentina e imprevedibile. Noi ci auguriamo che questo cambiamento avvenga al più presto o almeno prima che sia troppo tardi.