“Non lasciateci soli. Non possiamo solo celebrare messe per rendere giustizia ai nostri morti”

Da giorni e settimane, i cittadini di Canosa e Minervino Murge si sono mobilitati contro la decisione della Provincia sulla discarica di Tufarelle. Anche mons. Luigi Mansi, vescovo di Andria, ha fatto sentire, forte, la sua voce.

Riceviamo e pubblichiamo il drammatico appello di don Salvatore:

Non voglio, come sacerdote, trovarmi a fare estreme unzioni a bambini che ho unto con il sacro crisma per il battesimo!
Non voglio continuare a sentire storie drammatiche di genitori che hanno i loro bambini ammalati di leucemie e tumori che non lasciano speranze!
Non voglio  girare ancora per ammalati colpiti da tumori, inerme davanti ad un dolore inenarrabile di decine e decine di famiglie!
Non voglio vedere ancora ragazzi e bambini perdere le loro giovani madri o il loro cari papà.
Non voglio continuare ad assistere come splendide donne siano deturpate nel loro corpo, nella loro bellezza a causa della malattia!
Non voglio che i concepiti portati in grembo dalle nostre donne al posto di un giardino di vita, sperimentano già l’ombra della morte.

Tantissimi medici si sono espressi sul dramma che sta attanagliando il nostro territorio, additando alla discarica queste conseguenze, anche se pochi si sono espressi direttamente sulla questione.
Non possiamo solo celebrare messe per rendere giustizia ai nostri morti.
Non possiamo fermarci all’educare se permettiamo che qualcun altro avveleni i nostri giovani, uccidendo già oggi il nostro lavoro ed i loro sogni.

Sono stato due volte ad Auschwitz e ho pensato spesso ai fumi di quel campo di concentramento; ma c’è un fumo invisibile già oggi, qui nel territorio tra Canosa e Minervino, che sale da quella discarica e che parla di in campo aperto, apparentemente libero, ma che ogni giorno uccide lentamente ed inesorabilmente le speranze di chi ama la vita. La morte sta già in questo vento che potrebbe raggiungere chiunque, soprattutto chi tace, restando tranquillo sul divano dell’indifferenza o sul letto del disinteresse.

È anche per questo motivo che mi rivolgo a voi, alla mia seconda città di Andria, a cui devo la mia formazione, in cui per ben sette anni ho esercitato il mio servizio pastorale in due parrocchie e in diverse scuole per l’insegnamento, chiedendovi, in tutta umiltà e delicatezza, di non lasciarci soli e di non restare indifferenti in questa lotta che riguarda tutti.

Ogni famiglia, iniziando dalla mia (ho perso il mio papà ed i miei quattro zii per tumori), a Canosa e Minervino potrebbe raccontare, con le lacrime agli occhi, molte storie di dolore a causa di quella discarica.

Il sangue è rosso per tutti, il cuore e la mente gridano per ognuno gli stessi sogni e le stesse speranze. Abbiamo già dato in termini di discariche e di morti fin troppo nel nostro territorio. Non si può continuare a tacere! Nella vita i figli vedono morire i padri, solo nella guerra sono i padri a veder morire i figli.

Alla guerra silenziosa ed alla egemonia economica di chi si trova in un sistema di peccato, di corruzione responsabile, alimentata dall’avidità del potere e della carriera, chiedo a tutti di unire le forze per una resistenza pacifica ferma e combattiva che porti, attraverso il contributo popolare, culturale, spirituale e politico la revoca della pur minima possibilità di un ampliamento ulteriore della discarica, affinché non si continui a seminare la morte, l’angoscia, la disperazione ma ci possa essere una nuova speranza per tutti.

Grazie per il vostro contributo ed impegno di cui non oso dubitare.

Don Salvatore Sciannamea


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Chi siamo? Gente assetata di conoscenza. La nostra sete affonda le radici nella propria terra, ma stende il proprio orizzonte oltre le Colonne d’Ercole. Perché Odysseo? Perché siamo stanchi dei luoghi comuni, di chi si piange addosso, di chi dice che tanto non succede mai niente. Come? I nostri “marinai/autori” sono viaggiatori. Navigano in internet ed esplorano il mondo. Sono navigatori d’esperienza ed esperti navigatori. Non ci parlano degli USA, della Cina, dell’Europa che hanno imparato dai libri. Ci parlano dell’Europa, della Cina, degli USA in cui vivono. Ci portano la loro esperienza e la loro professionalità. Sono espressioni d’eccellenza del nostro territorio e lo interconnettono con il mondo. A chi ci rivolgiamo? Ci interessa tutto ciò che è scoperta. Ciò che ci parla dell’uomo e della sua terra. I nostri lettori sono persone curiose, proprio come noi. Pensano positivo e agiscono come pensano. Amano la loro terra, ma non la vivono come una prigione. Amano la loro terra, ma preferiscono quella di Nessuno, che l’Ulisse di Saba insegna a solcare…