Io con la mia valigia di periodi ipotetici, di dubbi metodici e amletici, forse avevo bisogno di quel signore per capire che l’amore è sempre a prescindere. E forse lui ha capito che le carezze funzionano se vengono poggiate su di un viso, non su un touch… forse.

Il sole si affaccia appena e ha sonno pure lui oggi. Lo vedo nascondersi dietro qualche nuvola, ma poi lo sa che deve andare a lavoro.

Ormai i sindacati non son più quelli di una volta … allora timbra il cartellino e maestoso comincia un altro giorno. Per lui e per noi.

Io mi son levata che lui dormiva ancora. Avevo un giorno di “se”, di “ma”, di “ciao”, e di “ci rivedremo”, insomma di false promesse. Bevo un caffè con l’ipotesi “del” e mi metto a regime. Regime amoroso.

Salgo sul treno e il mio compagno di viaggio è un signore sulla quarantina, distinto, elegante, capelli ondulati induriti appena da un infame gel, di quelli che impediscono il passaggio di una mano nell’ordinata chioma.

E se lei volesse spettinarti? Se volesse giocare con i tuoi timidi boccoli?

Che sciocco che sei, hai perso una occasione prima ancora di averla. È un talento anche questo comunque. E sciocca anche io che penso che ci sia sempre una lei pronta a spettinare i capelli all’arrivo in stazione.

Squilla il telefono. È lei. C’è una lei … stavolta ho ragione.

Comincia una conversazione a metà. Lei parla, ordina, urla, conosce un solo tempo verbale, l’imperativo, lui abbozza risposte che gli si strozzano in gola.

Potrei pensare: poverino! Invece no. Mentre parla con il suo amore, accarezza lo schermo del telefono su cui c’è una foto di lei. L’accarezza delicatamente, lievemente, appena…quasi a non volerle spettinarle i capelli.

Io capisco la mia ossessione per i capelli spettinati, lei però non capisce quanto lui la ami.

La vita è beffarda, mostra ad altri ciò che non serve… o forse sì.

Io con la mia valigia di periodi ipotetici, di dubbi metodici e amletici, forse avevo bisogno del signore per capire che l’amore è sempre a prescindere. E forse lui ha capito che le carezze funzionano se vengono poggiate su di un viso, non su un touch… forse.


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Pistillo Nadia, nata ad Andria il 16/08/1979, frequenta il liceo classico e in seguito si iscrive a scienze politiche. Scopre l’interesse per il cinema e la fotografia che saranno i mezzi comunicativi con cui si esprimerà. Solo successivamente la parola la chiama a sé e ad oggi si diletta nella scrittura di racconti o prosa di vario genere. Convinta dell’importanza del come e non del cosa, cerca di sperimentare vare forme comunicative; compresa la produzione di video.