«Il mondo non appartiene ai sognatori, il mondo è dei visionari, di chi agisce tenendo ben presente la meta finale»

Il convegno pubblico “Clown in Corsia. Da un sogno alla Legge Regionale”, che si è tenuto lo scorso 9 febbraio presso l’Auditorium I.C. “Verdi-Cafaro” di Andria, ha visto, fra gli ospiti intervenuti, anche la presenza del Dott. Giovanni Gorgoni, dirigente dell’Agenzia Regionale Sanitaria Puglia, nonché ex Presidente dell’Asl/Bat.  In merito alla recente delibera legislativa che, dallo scorso 5 gennaio, ha riconosciuto giuridicamente la clown-terapia, il Dott. Gorgone ha raccontato il proprio excursus da “pagliaccio” tra battute esilaranti e aneddoti pregni di profondo sentimento.

Dott. Gorgoni, insomma, il sogno si è avverato…
“Sogno” è un termine retorico, un’espressione che difficilmente utilizzo. Tengo i sogni lì, in quel cassetto che chiamo “varie ed eventuali”.

Mi sta forse dicendo che la speranza non conta nulla?
I sogni sono ricolmi di speranza, e la speranza è sempre una cosa buona. I sogni, però, possono illudere, la speranza non ha gambe. Per realizzare qualcosa di davvero grande, davvero importante, serve una visione. Il mondo non appartiene ai sognatori, il mondo è dei visionari, di chi agisce tenendo ben presente la destinazione da raggiungere, la meta finale, l’intenzione ultima che punzecchia ogni nostra azione.

Come si è agito per la promulgazione della Legge Regionale voluta da Sabino Zinni, Nino Marmo e Grazia Di Bari, che stanzia 120mila euro annui per la clown-terapia?
La Legge Regionale è stata il punto d’arrivo per tutti noi, un progetto partito da lontano e che ha tagliato il traguardo della costituzionalità proprio quando ce n’era più bisogno.

Eppure c’è stato chi l’ha impugnata addirittura all’Alta Corte…
Se mi chiedi un giudizio in merito posso solo dirti che esistono persone senza fantasia. Mi assumo la responsabilità di queste mie parole. Noi clown-dottori ci approcciamo alla malattia in maniera creativa, mentre qualcun altro preferisce ostentare tristezza e pessimismo.

Com’è iniziato il suo viaggio nella clown-terapia?
Dal mio ufficio, qui ad Andria. Era una stanza buia, tetra, spenta, quasi da film horror! (ride e, con lui, anche tutti quelli seduti accanto a me) Ho buttato via tutte le scartoffie e mi son fatto una bella risata.

Ne sono passati di anni dal suo esordio. Ricorda il primo corso a cui ha partecipato?
Ricordo che lo terminai il 15 dicembre 2012, era di domenica, mentre un anno dopo conclusi il mio primo ciclo di diploma a Palazzo San Giorgio di Trani, per esercitare poi a Lecce due anni più tardi.

Prima ha parlato di scartoffie da relegare nei “vari ed eventuali”. Quanto incide la burocrazia nella Sanità pugliese?
Amo definire i miei detrattori “timidi burocrati”, perché solo un burocrate può pensare di scindere la salute dal sociale, non capendo che una materia confluisce, inevitabilmente, nell’altra.

Cosa le è rimasto di questa esperienza?
Questo naso rosso che il Dott. Dino Leonetti mi ha venduto alla modica cifra di 4000 euro, il fondo benefico che ho istituito (ilarità generale). Spulciando tra le mie foto ne ho trovata una (proiettata nelle slide del proiettore ndr) in cui il naso è affiancato, casualmente, ad un piccolo mappamondo e alla scritta “Keep calm and carry on”, con l’augurio che tutti possiamo abbandonarci allo scorrere degli eventi.

Progetti futuri?
Sto cercando di rivendere questo benedetto naso rosso. Lo vuoi? Te lo cedo a 4500 euro…


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.