Dal vivo l’isola è più bella che in cartolina…

Bianche distese di candide case scavate nella roccia si stagliano su lingue di fuoco vulcaniche, centinaia di cupole blu si confondono con i toni dell’orizzonte e del cielo, piscine di qualsiasi dimensione fanno capolino tra i resort, larghi appezzamenti di terra arida ricchi di vigneti, ulivi che si affacciano sul mare cristallino, sorrisi ospitali della gente, gioia incontenibile dei turisti provenienti da ogni dove, il vento caldo dell’estate sulla pelle, romantici tramonti vista mare e coppie innamorate alla ricerca di momenti da imprimere.

Ma non si smentisce la solita dicotomia geografica: si va da alloggi da mille e una notte nel nord dell’isola (nelle suggestive  Oìa ed Imerovigli), ad alloggi alla portata di tutti più a sud, a Perissa, Kamari, Pyrgos e nei villaggi circostanti. Qui Santorini rivela un altro volto, quello più vero, almeno in apparenza lontano dagli interessi di magnati e armatori che per edificare lussuosi alberghi già provano a comprare – a prezzi stracciati – le terre dei pochi coltivatori rimasti.

Nonostante l’odierno aspetto fortemente pagano, che assume sembianze molto rilevanti con la mole di turisti in estate, le costruzioni che dominano il profilo dell’isola sono quelle delle cappelle private che i marinai facevano costruire accanto alle proprie abitazioni affinché potessero tornare sani e salvi dal lungo e costante peregrinare. Ecco perché la maggior parte di esse non è accessibile al pubblico.

Percorrendola in macchina, on the road, l’isola non riesce a nascondere i suoi mille segreti: di tanto in tanto compare qualche edificio incompleto, mai restaurato dopo il terremoto del 1956 che causò più di 50 morti nell’allora parte più povera dell’isola, l’oggi sfavillante Oìa che dal sisma riuscì a rinascere a differenza di alcune delle zone più a sud.

In quest’area c’è chi con le unghie e con i denti si fa in quattro nei mesi estivi per cercare di sopravvivere durante la bassa stagione, pur tenendo chiuse le proprie strutture; brulicano gli alberghi a conduzione familiare, da maggio a ottobre la loro routine è quella di rendere eccellente l’esperienza del turista che sceglie la propria umile ma confortevole struttura.

L’ospitalità prima di tutto, anche nei ristoranti, dove a fronte di un conto richiesto quasi a malincuore si accetta il compenso volentieri pagato dal cliente soddisfatto, e per alleviare lo scomodo è usanza comune offrire al pagante grappa e persino un dolce.

Una di queste è Metaxi Mas, taverna tipica nascosta tra le salite di Exo Gonia, poco distante dal villaggio di Pyrgos; è frequentata anche da gente del posto e chiude solo per 3 mesi all’anno, partecipando quindi attivamente alla scommessa tacita di chi vorrebbe allungare la stagione turistica a discapito della mancanza dei voli charter in partenza dal resto dell’Europa.

Il menù è vasto, include piatti tipici sia di carne che di pesce, preparati con ingredienti locali che almeno per il momento riescono ancora a soddisfare la richiesta (nei prossimi anni chi lo sa se ci saranno ancora terreni da coltivare). Non dimenticate di ordinare il polpo servito con purea di fava gialla di Santorini e capperi, due eccellenze dell’isola.

Per un soggiorno a misura d’uomo l’Hotel Zorzis a Perissa offre tutti i comfort e le attenzioni che si possano desiderare per trascorrere attimi di relax lontano dal caos metropolitano e da quello della stessa Oìa, invasa come se non bastasse anche dagli escursionisti delle navi da crociera in sosta sull’isola.

Prenotando con qualche giorno di anticipo si può sperare in un tavolo in prima fila vista caldera al tramonto da Santo Wines Vinery, una delle più esclusive cantine in cui viene prodotto il famosissimo vinsanto. La carta presenta un’ampia scelta, tra cui anche la formula della degustazione ad un prezzo di circa 30 euro ma che include sei differenti calici e snack locali (principalmente olive e formaggi). Per godersi il tramonto, meglio la riservatezza di un posto del genere piuttosto che affollare i vicoli e le terrazze vista caldera di Oìa, Imerovigli e Thira.

Le spiagge di Santorini, sebbene paesaggisticamente suggestive, il più delle volte non sono facilmente raggiungibili e comode, ad eccezione di quelle di Perissa e Kamari, dove si può noleggiare un ombrellone con due lettini a prezzi piuttosto convenienti.  Se temerari, lasciatevi alle spalle i cartelli che minacciano la caduta di massi e provate a scendere verso la Red Beach; di ritorno fate un salto agli scavi di Akrotiri, uno dei più importanti siti archeologici di tutta la Grecia, sepolto a seguito dell’eruzione vulcanica del 1628 a.C.

Se vi rimane del tempo, provate ad addentrarvi nel piccolo villaggio di Emporeio vicino Perissa, abitato solo da locals e caratterizzato dall’assenza di ogni tipo di alloggio turistico. Certo, qualche straniero di tanto in tanto si vede, incuriosito magari dai consigli degli orgogliosi proprietari degli alberghi a conduzione familiare. È qui che giace una delle anime più vere dell’isola, con le sue case semi deserte, i pochi residenti seduti all’ombra dei cortili, gatti che si aggirano silenziosi alla ricerca di qualcosa per sopravvivere, nessun bambino che gioca in strada.

Di gioventù autoctona non ce n’è quasi più traccia qui, e in generale, sull’intera isola.

  

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Sono Mariarita, ho 25 anni e una grande passione per la scrittura. Laureata in economia, ma con una tesi in marketing territoriale sulle opportunità di valorizzazione della Riviera di Ulisse, zona dove sono nata e cresciuta e che considero la più bella del mondo. Vivo ormai a Roma da 7 anni, cercando di prendere il meglio che questa città ha da offrire. Gestisco un blog di viaggi che ho creato da qualche anno e gli account social ad esso collegati, sono caporedattrice della sezione Cibo e Locali su un magazine online. Amante della fotografia, dell’arte contemporanea e della cultura.