San Luigi, il giovane santo che rinunciò al ducato di Mantova e morì a soli 23 anni per soccorrere i malati di peste, gli è stato fatale. Luigi Cuccaro, 41 anni, boss del gruppo che da lui prende nome, voleva infatti festeggiare l’onomastico coi suoi e per questo aveva fatto ritorno nel quartiere Barra, a Napoli, dove il clan Cuccaro detta legge sin dagli anni ’80. Cuccaro si era nascosto nell’abitazione di un cugino, ma a nulla è valso occultare con un attaccapanni l’ingresso del suo covo, ricavato nell’intercapedine tra due pareti. I carabinieri, che evidentemente seguivano le sue mosse, nella notte tra il 20 e il 21 giugno scorso, festa di san Luigi Gonzaga, hanno fatto irruzione nella casa e sono riusciti ad arrestarlo.

Luigi Cuccaro è, con il fratello Michele, capoclan dal marzo 2014, quando fu arrestato un terzo fratello, Angelo, noto per essere uno dei 100 latitanti più pericolosi d’Italia e forse ancor più noto per essere stato il destinatario di pubblici omaggi durante la Festa dei gigli, una ricorrenza religiosa che si celebra sempre a Barra.

La cronaca potrebbe fermarsi qui, non fosse che c’è dall’altro da raccontare.

La notizia: la gente del quartiere ha fatto di tutto per impedire l’arresto di Luigi Cuccaro, circondando le auto dell’Arma e provando anche a strappare il boss dalle mani dei carabinieri che lo stavano portando via.

Sconcertante.

Due anni di latitanza, tre mandati di cattura con accuse di omicidio, associazione per delinquere di stampo mafioso e associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga e contrabbando, eppure la “sua” gente l’ha difeso, inveendo contro “gli sbirri”.

Emblematico.

Ci fa capire com’è il mondo che non cambia. Un mondo in cui non basta arrestare i cattivi, perché cattivi lo siamo tutti.

Certo, si fa bene a bollare ogni forma di infiltrazione mafiosa nelle stanze della politica e dell’economia: come sognare un mondo migliore, finché poteri occulti e denaro sporco cammineranno a braccetto?

Ma c’è qualcosa che fa più paura delle manovre oscure di forze malefiche ed è in quella “gente comune” che sfida le divise delle Forze dell’Ordine, scende in strada e ci mette la faccia nel tentativo assurdo di fermare il corso della giustizia.

Davvero una pagina di cronaca nera. Di notte fonda. E non certo per l’ora dell’arresto. Che san Luigi possa daccapo liberarci dalla peste!