Già, stringendogli la mano, verifichi che ti trovi di fronte ad una persona che si sta interessando a te, che ti voglia dire: “I care”.

In ciascuno di noi, dicono gli studi più recenti ed avveduti, sono compresenti la componente maschile e quella femminile, in un rapporto molto ravvicinato, 40/60. Quando la mascolinità e la femminilità vengono riconosciute, accettate ed espresse, quando non si scatenano conflitti per la prevalenza assoluta di una sull’altra, ed ambedue vivono in equilibrio, allora la persona raggiunge un elevato grado di maturità personale.

Accettando, così, della propria identità quello che, a primo acchito sembrerebbe il diverso, ma fa a pieno titolo parte del proprio io, ci si pone nella condizione ideale di accogliere ogni forma di diverso, per età, genere, religione, lingua, cultura, economia, razza, in cui ci si imbatte quotidianamente nella vita. Viene così neutralizzata la paura, per altro amplificata da chi ne può trarre vantaggi elettorali o antigiuridici, e si convive dialetticamente, ma rispettosamente. Ne conseguono opportunità di crescita e maturazione per la messa a disposizione dell’altro i propri talenti e specificità.

Guardandolo dall’esterno e valutandolo superficialmente con stereotipate chiavi di lettura, Roberto appare per chi non lo conosce, alto, prestante, forte, sicuro, scostante e si forma l’idea di una persona che personifica il macho. Se ti capita la fortuna di contattarlo, ti accorgi che in tutto il suo percorso di vita si è messo nella condizione di accogliere il diverso che è in sé, e di conseguenza di abbracciare, senza paura e tantomeno terrore, ogni forma di alterità presente nella società e nell’animalità.

Già, stringendogli la mano, verifichi che ti trovi di fronte ad una persona che si sta interessando a te, che si prende cura di te, penetrando con i suoi luminosi occhi chiari nei meandri della tua anima, e quindi anche di se stesso: il tuo arto non viene stritolato, come fa la prevaricazione tutte le volte che si vuole dominare una persona, né la congiunzione si manifesta in una forma epidermica, che ti comunica una scostante sensazione di indifferenza. Hai la certezza, invece, che ti voglia dire “I care”.

La sua disponibilità ad accogliere con grande semplicità l’altro, non è il risultato, però di una fortuna che gli è piovuta addosso, di una fatalità della natura. Certamente, gli sono state offerte delle opportunità favorevoli, e lui si è messo in sintonia, non ha perso il treno. Personalmente, però, ha dato fondo a tutte le sue energie fisiche, psicologiche, sociali e culturali per una gagliarda maturazione di se stesso.

La sua famiglia di origine. La madre docente di lettere tenacemente impegnata nel conseguire quello che le stava a cuore. Finalmente riesce a fare riconoscere dal Capo dello Stato la medaglia al valore per la resistenza ai militari, di cui era comandante suo padre il colonnello Grassi, che rimasero a difendere il territorio e le genti con il proprio presidio militare, mentre il re ed i generali dello stato maggiore, tradendo il popolo italiano, fuggivano verso Brindisi.

Il padre, severo ma giusto preside della “Baldacchini”, una scuola media di periferia dove l’insicurezza e l’emarginazione sociale e culturale spadroneggiavano. I ragazzi venivano coinvolti nella realizzazione e cura di un giardino scolastico che non subì mai danneggiamenti. Perché si sentivano padroni ed era scattato in loro il senso di appartenenza, il riconoscimento della propria identità.

Genitori di grande calibro umano hanno lasciato un segno indelebile in lui, per la formazione della sua personalità, una grande eredità formativa. Sorride compiaciuto quando ti riferisce, col cuore in mano, che i suoi genitori sono ancora vivi per l’armonia che esiste tra i quattro figli. Non passa, infatti, una settimana che i tre fratelli e la sorella non si incontrino e non fortifichino le belle esperienze cominciate ad assaporare nell’alveo familiare.

Ha insegnato nella scuola professionale “Archimede” di Barletta. Gli studenti che tanti anni fa hanno avuto la fortuna di averlo come docente di educazione fisica, ravvisano ancora oggi il lui in lui l’educatore del corpo per la sua specificità professionale ed il mentore attento a temprarne lo spirito ed accendere le fiamme della cultura, dell’arte, della letteratura, della musica, dell’attenzione agli altri, valori pregni di sensibilità femminile.

Quando diviene assessore ai servizi sociali, il suo coinvolgimento per l’interesse dei beni comuni riveste i caratteri dell’incommensurabile. La finestra del suo ufficio è illuminata per molte ore della giornata, e tutti i suoi gesti, pensieri ed azioni viaggiano esclusivamente nell’interesse della comunità. In un bosco in cui crescono sovente arboscelli contorti e corrotti ontologicamente, dalle radici alla chioma, lui vi si differenzia cospicuamente, per la spassionata dedizione al bene pubblico.

L’impiegato comunale Giuseppe Gammarrota è testimone di tutte le iniziative di cui si fa carico a favore degli imi, dei reietti, degli emarginati degli oppressi non solo del proprio territorio, ma anche di terre apparentemente lontanissime. A don Saverio Paolillo, comboniano che ogni giorno mette a repentaglio la sua pelle per i giovani brasiliani alle prese con una vita ai margini della legalità, fornisce un fuori strada.  Saverio rifiuta la vettura nuova accontentandosi per una di seconda mano, in modo che i soldi risparmiati servano per aiutare altri poveri cristi.

In anni lontani avesti modo d apprezzare le sue iniziative messe in cantiere per il mondo della scuola. Sembrava che in quel periodo si fosse catapultato a Barletta l’assessore allo sport di Torino, Fiorenzo Alfieri, della famosa amministrazione pilotata dal sindaco Diego Novelli. Tra l’altro, rammenti l’apertura del cortile del Castello svevo per la rappresentazione di spettacoli teatrali.

Gli anni gocciolano, l’un dietro l’altro. Divenuto preside dell’Istituto di Istruzione secondaria superiore “G. Colasanto” ad Andria, per due lustri si fa promotore ed ispiratore di un vulcano di iniziative culturali che, come le lave hawaiane, scorrono con delicatezza e gentilezza, coinvolgendo tutti i pendii. Congiuntamente, Intorno a lui sorgono, come funghi, tanti crateri che effondono cultura ed umanità traendo alimento dalle magmatiche profondità dei cuori e delle menti degli alunni.  Bandito, l’autoritarismo, l’autorevolezza si fa strada, e tutti si sentono coinvolti nel collaborare e promuovere. Viene creato un clima di compartecipazione e di inclusione che sono le premesse imprescindibili per riuscire a creare persone consapevoli, cittadini partecipi, riluttanti verso il pensiero unico.

Roberto ti accoglie nella stanza di lavoro valorizzata da “Il quarto stato” di Pelizza da Volpedo. Arriva la telefonata di un’utente che chiede informazioni per la partecipazione da privatista agli esami di Stato. Viene instaurato un rapporto che va al di là del ruolo, grondante dovizie di informazioni e cortesia. Posata la cornetta, aggiunge: “La cittadinanza deve sentire come propria, la scuola. I ragazzi devono sentirsi sostenuti. La scuola è l’ultima spiaggia per tanti ragazzi, nei momenti di fragilità, smarrimento e debolezza, e se non vengono accuditi nella costruzione della loro personalità, diventano mine vaganti.

In tutte le quinte, quest’anno di è parlato di accoglienza e di integrazione. Undici docenti, senza sentirsi obbligati, si sono documentati a proprie spese fino allo spasimo, confrontandosi con il docente universitario Vito Antonio Leuzzi ed hanno coinvolto i ragazzi in progetti di aiuto reale al martoriato popolo della Siria, donando potabilizzatori. Emozionante la testimonianza di una ragazza che di suo ha dato 5 euro e 12 centesimi”

I disabili, in gran numero, affluiscono anche da paesi limitrofi. A fine d’anno si svolgono le olimpiadi una grande occasione per potenziare la propria autostima, per sviluppare la propria identità, spesso a pezzi stando su una carrozzella a rotelle. I coetanei hanno imparato nel tempo a rapportarsi con atteggiamento paritetico e la consapevolezza che ciascuna persona è portatrice di talenti.

Anche nelle rappresentazioni teatrali i disabili diventano protagonisti. Roberto è così felice nello stare insieme a loro che persino le parole gli mancano nell’esprimere la sua gioia. Così, nascono risonanze emotive che fanno fibrillare le sue parti più profonde, raccolte poi con lacrime da disabili che lo attorniano.

In questi giorni, caro Roberto, ormai in pensione, la nostalgia certamente sta avendo il sopravvento su di te, perché ti mancano i meravigliosi genitori, alunni, famiglie e personale che ti sono sempre stati vicini ed a cui tu hai donato la convinzione che un mondo migliore è possibile costruirlo dai gesti più semplici della quotidianità.

Grazie. Grazie ancora. Tutti sono fieri di te.  Ma molti, che non hanno avuto la fortuna di incontrarti sono all’oscuro dell’incisivo e prezioso lavoro da te svolto. Con umiltà. Per questo è doveroso informarli.

 


FontePhoto credits: Domenico Dalba
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Percorso scolastico. Scuola media. Liceo classico. Laurea in storia e filosofia. I primi anni furono difficili perché la mia lingua madre era il dialetto. Poi, pian piano imparai ad avere dimestichezza con l’italiano. Che ho insegnato per quarant’anni. Con passione. Facendo comprendere ai mieli alunni l’importanza del conoscere bene la propria lingua. “Per capire e difendersi”, come diceva don Milani. Attività sociali. Frequenza sociale attiva nella parrocchia. Servizio civile in una bibliotechina di quartiere, in un ospedale psichiatrico, in Germania ed in Africa, nel Burundi, per costruire una scuola. Professione. Ora in pensione, per anni docente di lettere in una scuola media. Tra le mille iniziative mi vengono in mente: Le attività teatrali. L’insegnamento della dizione. La realizzazione di giardini nell’ambito della scuola. Murales tendine dipinte e piante ornamentali in classe. L’applicazione di targhette esplicative a tutti gli alberi dei giardini pubblici della stazione di Barletta. Escursioni nel territorio, un giorno alla settimana. Produzione di compostaggio, con rifiuti organici portati dagli alunni. Uso massivo delle mappe concettuali. Valutazione dei docenti della classe da parte di alunni e genitori. Denuncia alla procura della repubblica per due presidi, inclini ad una gestione privatistica della scuola. Passioni: fotografia, pesca subacquea, nuotate chilometriche, trekking, zappettare, cogliere fichi e distribuirli agli amici, tinteggiare, armeggiare con la cazzuola, giocherellare con i cavi elettrici, coltivare le amicizie, dilettarmi con la penna, partecipare alle iniziative del Movimento 5 stelle. Coniugato. Mia moglie, Angela, mi attribuisce mille difetti. Forse ha ragione. Aspiro ad una vita sinceramente più etica.