Il massimo riconoscimento in campo giornalistico è stato, infatti, assegnato al New York Times e al Washington Post, tacciati di disinformazione da Donald Trump.

Il Giornalismo premiato, quest’anno, dal Pulitzer è insolito ma ficcante, è il Giornalismo d’inchiesta, di ribellione, di rivalsa femminile, di catartica remissione dei peccati, il capovolgimento di clichè sessisti che, nel 2017, hanno ribaltato vecchi stereotipi.

Politica e Cinema, due lungometraggi dello stesso schermo, due finzioni smascherate con estrema felicità, con dovizia di particolari e attraverso un lavoro di ricerca che affonda le radici nel tanto vituperato motto latino “vox populi, vox Dei“.

Finzioni, certo, ma non fake news. Il massimo riconoscimento in campo giornalistico è stato, infatti, assegnato al New York Times e al Washington Post, tacciati di disinformazione da Donald Trump. Ma proprio i servizi dei due quotidiani sull’influenza russa nell’elezione americana hanno aiutato gli investigatori, con a capo il procuratore Robert Mueller, a far luce su quello che molti definiscono “il più grande scandalo statunitense dopo il caso Watergate“, pezzi sensazionalistici suffragati dalle recenti rivelazioni sulla banca dati di Cambridge Analytica.

Nell’annunciare i vincitori presso la Columbia University, Dana Harvey, nuova amministratrice della commissione del Pulitzer, ha conferito una seconda medaglia al New York Times e al New Yorker, ringraziando i loro rispettivi redattori Jodi Kantor e Megan Twohey per l’impegno profuso  nella categoria “servizio pubblico“ e per la denuncia dello scorso ottobre sulle violenze sessuali perpetrate dal produttore cinematografico Harvey Weinstein ai danni di giovani attrici che, a loro volta, hanno dato vita al movimento di sensibilizzazione“#metoo“.

Ma a fare notizia, è il caso di dire, è stato il premio consegnato a Kendrick Lamar, primo rapper, in 102 anni di storia, a fregiarsi di tale soddisfazione. Grazie alle note del suo album “Damn“, Lamar ha mosso le coscienze di un pubblico musicale sempre più ampio e sempre più attento ai valori morali di integrità etica e sociale.