Due appuntamenti per manifestare gratitudine e solidarietà

 Da don Gianni Massaro, Vicario Generale della Diocesi di Andria, riceviamo e pubblichiamo:

È passato un anno ma rimane intatta l’emozione vissuta in occasione del prodigio della Sacra Spina avvenuto il 25 marzo 2016. Un giorno che rimarrà nella storia della nostra città. Oltre 30.000 persone passate in Cattedrale a venerare la Sacra Spina, 25.000 partecipanti alla Via Crucis assiepati tra Piazza Vittorio Emanuele e Piazza Duomo. Oltre 60 giornalisti accreditati, decine di testate, da quelle nazionali a quelle locali. Centinaia di articoli, servizi, interviste, collegamenti.

L’attesa, a dire il vero, era iniziata il 24 marzo 2015 con l’apertura dell’Anno Giubilare della Sacra Spina, concesso alla nostra diocesi da Papa Francesco. Un pellegrinaggio che ha attraversato tutto l’anno durante il quale abbiamo visto tantissimi fedeli pregare, accostarsi ai sacramenti, partecipare alle catechesi come ai diversi appuntamenti culturali. Più volte è stato sottolineato che questo risveglio della fede sia stato realmente il primo prodigio. E poi c’è stato il “miracolo” della Sacra Spina. Lo abbiamo visto. Mai come lo scorso anno è stato ripreso in diretta con mezzi ad alta definizione, fotografato e osservato da occhi diversi. L’evento è stato attestato anche da occhi increduli. Quattro gemme ben visibili sono apparse improvvisamente sulla fragile spina.

A distanza di un anno, la comunità diocesana, si ritroverà per vivere due importanti appuntamenti presieduti dal Vescovo, Mons. Luigi Mansi.

         Sabato 25 marzo alle ore 19.30 presso la Cattedrale di Andria si terrà la Solenne Celebrazione Eucaristica. L’occasione sarà propizia per ringraziare il Signore del dono ricevuto che testimonia ancora una volta il suo amore e la sua presenza in mezzo a noi.

Nella serata precedente, venerdì 24 marzo, Giornata di preghiera in memoria dei Martiri Missionari, si terrà invece sempre in Cattedrale alle ore 19.30 la Via Crucis, durante la quale ripercorreremo alcuni momenti della Passione di Cristo, di cui la Sacra Spina è icona, e pregheremo per gli uomini feriti dalle spine, ribadendo così l’impegno della comunità diocesana ad essere solidale con quanti sono segnati dal dolore. Consapevoli che serve a ben poco avere a cuore il segno della Sacra Spina e non lasciarsi pungere dalle spine vive confitte nella carne di tanti nostri fratelli, durante la Via Crucis, ascolteremo le testimonianze di un carcerato, di una donna vittima di violenza, di un malato, di un vigile del fuoco intervenuto nella tragedia ferroviaria del 12 luglio scorso e di due genitori che sebbene segnati dall’esperienza drammatica della morte della propria figlia appena quindicenne, sono animati dalla speranza e dalla luce della risurrezione.

Mons. Luigi Mansi nel giorno del prodigio, visibilmente commosso, ebbe a dire che “una chiesa che ha l’onore di custodire una così insigne reliquia e di ricevere un così grande segno dell’amore di Dio non può non rendersi affettuosamente attenta a tutti coloro che sono feriti dalle spine della vita. Siamo invitati ad avere gli occhi e il cuore sempre aperti per intervenire, incoraggiare, riparare laddove il cuore umano è ferito, senza accontentarci di guardare, contemplare e compiangere, ma sporcandoci le mani per togliere le spine dal capo delle persone per aiutarle a risorgere”.

Gratitudine e solidarietà. Dal prodigio della Sacra Spina all’attenzione misericordiosa verso i fratelli afflitti dalle spine della vita. Ecco il percorso tracciato da tempo dal nostro Vescovo e intrapreso dalla comunità diocesana.

Intanto giunge notizia, corredata di immagini, che è quasi completata la Cappella costruita in Camerun nella diocesi di Edea, con i fondi raccolti nella nostra diocesi durante lo scorso anno. La Cappella dedicata all’Ecce Homo è l’opera segno che la comunità ecclesiale si è impegnata a realizzare a conclusione dell’Anno Giubilare della Sacra Spina. Come la preziosa reliquia è stata un dono per la nostra Chiesa così abbiamo voluto realizzare un dono per una comunità bisognosa di un luogo di culto, in modo tale che la fede possa essere trasmessa e possa generare altri figli alla Chiesa.


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Chi siamo? Gente assetata di conoscenza. La nostra sete affonda le radici nella propria terra, ma stende il proprio orizzonte oltre le Colonne d’Ercole. Perché Odysseo? Perché siamo stanchi dei luoghi comuni, di chi si piange addosso, di chi dice che tanto non succede mai niente. Come? I nostri “marinai/autori” sono viaggiatori. Navigano in internet ed esplorano il mondo. Sono navigatori d’esperienza ed esperti navigatori. Non ci parlano degli USA, della Cina, dell’Europa che hanno imparato dai libri. Ci parlano dell’Europa, della Cina, degli USA in cui vivono. Ci portano la loro esperienza e la loro professionalità. Sono espressioni d’eccellenza del nostro territorio e lo interconnettono con il mondo. A chi ci rivolgiamo? Ci interessa tutto ciò che è scoperta. Ciò che ci parla dell’uomo e della sua terra. I nostri lettori sono persone curiose, proprio come noi. Pensano positivo e agiscono come pensano. Amano la loro terra, ma non la vivono come una prigione. Amano la loro terra, ma preferiscono quella di Nessuno, che l’Ulisse di Saba insegna a solcare…