Il diritto di essere stanchi non ce l’abbiamo

Sul web girano due foto che documentano il livello di barbarie di cui l’essere umano è capace: una in cui una bambina siriana chiude con la sua manina gli occhi alla bambola che tiene in braccio forse nel tentativo di proteggerla dalla bruttura che la circonda, un’altra in cui sempre in Siria i corpi di alcuni neonati giacciono a terra dopo un bombardamento di un Ospedale Pediatrico. Le persone vengono cancellate dall’insensatezza.

Non vorrei fossimo diventati insensibili, Facebook ci ha abituati con i suoi post ad assistere a quel quotidiano film del raccapriccio che ricomincia pochi minuti dopo essere finito in certe parti del mondo in cui uomini, donne e bambini sono figli di un dio minore.

Quanto siamo innocenti noi che viviamo distanti da quel massacro quotidiano? Lo stare immobili e in silenzio non ci rende complici anche se non sappiamo nulla l’uno degli altri? Non abbiamo fatto nulla per impedire che accadesse e altri hanno agito indisturbati.

Dio, Allah, Buddha ogni giorno si vergognano per noialtri, pascolati beati, in questo mondo terreno, feriti, traditi, vessati, intristiti: consideriamo il viaggio della vita un purgatorio, rassegnati.

Tutto si dimentica nel tentativo di capire come si vota o nella digestione del pranzo in compagnia di colleghi e della famiglia. Non ci riguarda è lontano, distante da noi. Cantano da un palco dei giorni passati “Non ci avete fatto niente”. Tutto ciò che è macchiato di sangue è altrove, a noi che dormiamo disturbati solo se la bolletta della luce promette un aumento inverosimile.

Non speriamo più di poter cambiare il mondo magari marciando per la pace assieme o cantando una canzone più forte delle urla dei potenti che non hanno una buona ragione per parlare civilmente.

Le aziende chiudono, le case si riempiono di genitori e figli che a malapena riescono a sorridersi. I megafoni nelle piazze consigliano una rivoluzione pacifica che non ci sarà mai perché noi italiani siamo abituati a lasciare la porta blindata di casa videosorvegliata a distanza.

Piove una strana pioggia, sembra merda, piovono parole eleganti e lussuriose che invogliano a fare finta che nulla sia accaduto che tutto cambierà se si compie la giusta scelta.

Il mondo che è un movimento è a sua volta mosso da assassini che hanno la consapevolezza di non avere una legge sopra la propria testa perché vivono laddove la giustizia appartiene al più cattivo.

Vedere in televisione un politico esibire un crocifisso e udirlo citare il Vangelo in benedizione della propria vita e altrui, capire che è più facile diventare un Onorevole o un Senatore perché “i carichi penali pendenti” immacolati servono solo a chi vuol diventare un “bagnino”.

Come afferma Hannah Arendt. «E infine non abbiamo forse il diritto di essere stanchi, e non abbiamo bevuto tanto vino? Non ci par vero che anche il secondo sia ormai scomparso dalla vista». Il diritto di essere stanchi non ce l’abbiamo.