Si tratta del secondo italiano volontario caduto vittima dell’Isis

Lorenzo Orsetti. Arruolarsi nelle milizie curde siriane e morire a 33 anni a Baghouz ai confini tra Siria e Iraq.

“Combatteva contro il fascismo” ha dichiarato il padre.

Il nome di battaglia era Tekoser, “il lottatore”, e nella vita che aveva lasciato in Toscana, Lorenzo Orsetti, era stato cuoco per più di 10 anni. A Baghouz, invece, si combatte per far capitolare l’Isis.
Altri italiani sono partiti come Lorenzo, destinazione Siria, dal 2015 ad oggi, circa 25: tre quinti sono uomini e due, donne. I morti invece sono due, lo stesso Orsetti e l’altro è il Bergamasco Francesco Asperti, perito in un incidente a gennaio.

A Mosul, in Iraq, si disputa lo scontro finale contro l’Isis da più di cinque settimane, ci sono civili, donne, vecchi e bambini da portare in salvo.

È una battaglia cruenta e sanguinosa, il terreno è pieno di mine e cecchini pagati con donne e vino, entrambi magari “vergini”, appostati ovunque, ci sono le gallerie scavate dagli jihadisti e usate per colpire in imboscate alle spalle chiunque indiscriminatamente.

Ma perché decidere di impugnare un’arma, sapendo di poter morire e soprattutto in un conflitto che vede parte dell’Occidente solo testimone oculare?

Lorenzo coltivava il progetto di iscriversi all’Accademia mitare dell’Sdf per diventare cecchino, non certo un volontario qualsiasi.
Le intenzioni morali e umane, nobili, cozzano con una predisposizione cosciente per quella vita militare estrema e pericolosa: le foto che lo ritraggono sempre o per caso accanto ad un Kalashnikov.

Forse, per una scelta del genere, non devi amare solo la pace, ma anche il suo contrario, la guerra.
Sparare non solo per difendere, ma anche per liberare, quindi assalire, contrapporsi, inseguire, braccare prima di essere braccato e stanato: togliere una vita prima della tua o altrui.

Non ci è permesso giudicare il coraggio né confonderlo con un’indole armaiola: ogni vita salvata tra quei dimenticati dall’opulenza e dal benessere, sinché qualcuno su di un tram o bus spara per uccidere e sveglia la vendetta assopita, è un regalo alla pace che ogni popolo si merita.