«La misura dell’amore è amare senza misura»

(Agostino)

Amico mio lettore, adorata lettrice,

solo un mese fa ti scrivevo un caffè intitolandolo “In altro modo…”. Oggi ti scrivo che “in altro modo” è pur sempre “allo stesso modo”. È legittimo che tu mi ritenga uno con le idee un po’ confuse. Io per primo mi riterrei tale al posto tuo …ed anche al posto mio!

E tuttavia: proviamo a dipanare insieme la matassa.

Un primo esempio. Hai presente due docenti che vanno nella stessa classe? Gli stessi alunni, due docenti diversi, due diversi modi di insegnare. Ecco, potremmo concludere che, siccome ognuno insegna a modo suo, vale la regola dell’inaltromodo. Ma soffermiamoci un attimo in più a riflettere: è proprio sicuro che i due docenti siano così diversi? Certo, magari uno è più permissivo e l’altro autoritario, uno sa usare la lim e l’altro è rimasto alla lezione frontale, uno sa scherzare con i suoi allievi e l’altro è sempre arcigno. Eppure: al di là delle sempre possibili, ovvie e pur fondate obiezioni, non potremmo affermare che amano tutti e due il loro lavoro, non sono animati entrambi dal desiderio di trasmettere il sapere, non danno entrambi il meglio di sé? Ecco, appunto: pur insegnando ognuno “in altro modo”, alla fine, nondimeno, amano e insegnano “allo stesso modo”.

Potremmo dire la medesima cosa di due genitori: danno la vita per i loro figli, si butterebbero sotto un treno per il loro futuro, si strapperebbero il cuore, se solo potessero, pur di vederli felici. Eppure, ognuno di loro, li ama a modo proprio: un “in altro modo” che, infine, si rivela “allo stesso modo”, il che significa “con la stessa misura”.

E parte il loop con sant’Agostino: la misura dell’amore è amare senza misura. E già: “modo” significa appunto “misura” e quando Orazio scriveva “est modus in rebus” (“c’è una misura nelle cose”), intendeva dire che ogni realtà ha la sua misura, il suo limite, il suo senso. Il suo modo che, per quanto diverso, è sempre lo stesso, quello dell’amore per ciò che è.

Terzo e ultimo esempio: due amanti. Si amano per la pelle: letteralmente; uno è il respiro dell’altra, si sanno in un modo che è solo loro e che è impossibile comunicare. E tuttavia: si amano come hanno imparato ad amare prima del loro incontro e oltre il loro incontro. Si amano come ama ogni amante. Si amano in un modo che è altro e oltre, eppure è sempre lo stesso: quello dell’Amore, che sa amare tutti e ciascuno in un certo modo e nello stesso modo… contemporaneamente!

Mi chiedo: sarà per questo che i credenti confessano che Dio è Amore?

Ok, lo ammetto, troppe domande: ma è il momento del nostro caffè…

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Fontehttps://flic.kr/p/4azLwz
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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...

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