La Coppa del Mondo di marcia, tenutasi a Taicang lo scorso 3 e 4 maggio ha consacrato il talento, l’impegno e il lavoro di Francesco Fortunato, giovane andriese, under 23, che della marcia ha fatto uno scopo di vita.
Un Forrest Gump della porta accanto, un portatore sano d’entusiasmo che da Andria è arrivato ad aggiungere un mattone all’ infinita collezione della Muraglia cinese.
Già, le proporzioni sono inverosimili, ma se spiccare tra centomila abitanti resta impresa non semplice, figuriamoci farsi notare tra un miliardo e seicento milioni di occhi a mandorla.
Gli occhi, appunto, lo specchio dell’anima, il contachilometri di chi ha ambizione e sogni da raggiungere. Di chilometri Francesco ne ha percorsi 20, lui con altri diciassette atleti ha rappresentato l’Italia in uno sport che, solo da pochi anni, la Cina ha imparato ad apprezzare.
Ciao Francesco, una ”corsa” contro il tempo, la tua.
Eccome, pensare che ho esordito così giovane mi fa un po’ paura, ma mi riempie d’orgoglio.
Sei stato il primo andriese a disputare una Coppa del Mondo di marcia, che esperienza è stata?
Da ricordare. Ringrazio il dt Stefano Baldini e l’organizzatore tecnico Massimo Magnani per quest’opportunità. Mi sento un privilegiato.
La Cina ha un fascino particolare, come ti hanno accolto?
Molto bene. Sono sempre stato affascinato dall’Oriente e devo dire che le mie aspettative non sono state deluse. Una cultura lontana anni luce dalla nostra, un popolo a sé, che, però, ha dentro una dedizione al lavoro senza eguali.
Il lavoro, “conditio sine qua non” per raggiungere traguardi inaspettati. D’altronde la nostra terra ha dato i natali anche ad uno come Pietro Mennea, campione a tutto tondo che, purtroppo, ci ha lasciato un anno fa.
Ci piace immaginare il giovane Francesco che, magari, sin da bambino, correva “abbasc au meur” sfidare la ciclopica Muraglia cinese. Quest’opera architettonica, visibile anche dallo Spazio, emana un’energia unica, uno tsunami di adrenalina che ti scorre lungo tutto il corpo. La stessa che deve aver ispirato Francesco lungo la sua gara.
Ma forse, Andria e Pechino qualcosa in comune ce l’hanno, la tradizione per i proverbi. E così quando d’ora in poi sentiremo ripeterci ‘’non importa che tu sia leone o gazzella, comincia a correre’’ ci ricorderemo di Francesco Fortunato, un andriese con l’etichetta del “made in China’’ da affiggere su gambe da gazzella e cuor di leone.

Michele Di Corato


[ In foto Francesco Fortunato ]