“Sono sempre nella stessa stanza di degenza, n.4, davanti a Lui. L’ossigeno bolle ancora e la notte è troppo lunga per smettere di sognare proprio ora. C’è ancora della morfina in circolo e chissà come si starà divertendo nel mondo dei sogni Lui”.

In cantina, ci sono alcune tipologie di vino che riposano in botte, altre che riposano solo in acciaio, alcune a testa in giù, altre coricate a ripiani più bassi, altre a ripiani più alti.

È una sorta di degenza, la loro.

Ascolti il silenzio e nel silenzio riesci a percepire dei rumori infinitesimali.

Ci sono degenze più lunghe, alcune meno lunghe, alcune quasi inesistenti.

Stando in una stanza, con il rumore dell’ossigeno che “bolle” in una sacca, mi immagino il vino che scorre, ininterrottamente in una conca alta e larga, con quel rimbombo che sembra di essere in una caverna vuota, è quella sensazione di goccina d’acqua nel deserto.

Ho in mente una piccola scena, come un flash back, di mio padre che filtrava il vino con un imbuto ed un fazzoletto di stoffa, magari anche con delle iniziali cucite sul bordo che a furia di filtrare erano diventate di un porpora caricatissimo.

Sono sempre nella stessa stanza di degenza, n.4, davanti a Lui. L’ossigeno bolle ancora e la notte è troppo lunga per smettere di sognare proprio ora. C’è ancora della morfina in circolo e chissà come si starà divertendo nel mondo dei sogni Lui.

In realtà è un silenzio apparente, ci sono sempre quelle visite per testare che il vino stia “crescendo” bene.

Quello è il compito dell’enologo, insieme a tanti altri compiti, controllare il processo di vinificazione nei suoi diversi stadi attraverso i prelievi e le analisi. L’enologo è come il medico chirurgo, esperto e specializzato. Affinché tutto fili liscio, c’è bisogno del suo tocco magico.

Sono sempre qui, stanza n.4, e ne avrò ancora per un po’. Ma mi rasserena guardare il mio vino “invecchiare” bene.

Sì, c’è stata la necessità di intervenire, ma niente di grave. E comunque un vino di ottima annata!

Forte, robusto, consistente e di corpo, con un finale talmente persistente che ve lo ricordereste per tutta la vita.


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Sono una winelover, ho conseguito il diploma di sommelier con l'associazione AIS nell'aprile del 2016, scelta che mi ha, per quel periodo, allontanata dagli studi universitari che ora ho ripreso alla grande: sono prossima alla laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari. Non ho mai smesso di scrivere, questo mai. Ho partecipato al concorso di Elio Pecora: "Viaggi di versi" , pubblicando un piccolo libro insieme ad altri neo-scrittori con delle mie poesie sotto un nome d'arte (e magico): "Luna" Scrivo sensazioni, tutte le sensazioni che mi passano per la testa. I viaggi, il mondo intero in un bicchiere di vino, le delusioni, quello che la danza è stata per me. Lavoro presso un' azienda di telecomunicazioni di Molfetta e, quando si torna stanchi la sera dal lavoro, il rifugio migliore si chiama carta e penna.