Non prendetevela con voi stessi: la colpa è della genetica.

Le tue amiche perdono peso e mangiano molto più di te? Non c’è dieta che t’incoraggi a moltiplicare i tuoi sacrifici? Una ricerca condotta nell’Università del Nord Carolina grida alla rassegnazione: non c’entra solo la buona volontà, è soprattutto questione di genetica.

Il noto ricercatore William Barrington, infatti, a capo di una squadra di scienziati, dopo plurimi e mirati esperimenti, sarebbe giunto alla insospettabile conclusione di cui sopra. La Società americana di genetica, in occasione di un convegno, ha raccolto gli esiti frutto di 6 mesi di sperimentazioni su vari gruppi di topi, a ciascuno dei quali sarebbe stata somministrata una dieta specifica e diversa dalle altre.

Così i topi accomunati da un simile corredo genetico, simulando un rapporto di parentela fra umani, sarebbero rientrati in ognuno dei diversi 4 gruppi previsti. Le diete preimpostate a ciascun gruppo son state le più varie: occidentale, giapponese tradizionale, passando per una dieta chetogenetica e infine una mediterranea.

Il riscontro? Si è rivelato sorprendente, non tanto per il fatto che la dieta occidentale abbia prodotto risultati negativi in termini di peso e salute, quanto perché i danneggiamenti sono stati di natura diversa in ciascuno dei quattro raggruppamenti. Esempio eclatante è stato il fatto che la dieta occidentale, che in un primo gruppo aveva avuto effetti estremamente negativi al contrario della dieta chetogenetica, in un secondo gruppo, invece, ha avuto modo di far appalesare l’esatto opposto.

Barrington conclude: “Ciò significa che per ognuno c’è una dieta ottimale diversa: serve una nutrizione di precisione.” Ovvero? La buona volontà è sempre il presupposto per dimagrire, ma non sempre sembra poter bastare.