Sono docenti universitari, con curricola straordinari e che guadagnano 1300€ al mese, le vere vittime delle vicende agli onori delle cronache. Sono vittime di una comunicazione distorta e degli inutili commenti dei tuttologi della legalità…

Titola il Corriere della sera: Concorsi truccati, in Rete si celebra Philip, l’uomo della denuncia: «È l’italiano di cui il Paese ha bisogno». Philip Laroma Jezzi, 49 anni, è il ricercatore dell’università di Firenze che ha fatto scoppiare il caso. Non intendo togliere nulla ai meriti dell’eroe del momento. Se c’era corruzione, se c’era prevaricazione, se le intese tra i commissari non riguardavano il merito ma solo dinamiche comunque spartitorie, bene ha fatto Philip Laroma Jezzi a proporre denuncia. Chapeau.

#iononcisto

Al netto degli eclatanti profili penalistici (si vedrà …), la vicenda illustrata dalle cronache giornalistiche non è affatto “sorprendente”. Nel 2010-2011, l’allora ministro Gelmini (che – ricordiamolo – passerà alla storia anche per avere celebrato l’inesistente acceleratore di particelle tra il CERN di Ginevra e il gran Sasso), contro l’opinione prevalente del mondo accademico, senza avere alcuna consolidata, comunque documentata, conoscenza delle università italiane (ma non solo), sostenendo, insieme con l’allora maggioranza politica di centrodestra un progetto già del centrosinistra, volle assolutamente riformare il reclutamento dei docenti universitari per contrastare le baronie, la corruzione e le distorsioni della disciplina precedente, anch’essa riformata più o meno per le stesse ragioni anni prima.

#iononcisto

Da almeno un lustro, il fallimento della riforma Gelmini era già stato documentato dalle decine di migliaia di ricorsi, molti dei quali vittoriosi, proposti da candidati ritenuti illegittimamente inidonei dalle diverse commissioni delle più svariate materie. Tant’è che la ministra Giannini nel 2014-2015 promosse e condusse al varo parlamentare l’ennesima riforma della riforma. A chi farfuglia di nuove regole (vedi il nuovo sgargiante ministro MIUR) o lamenta la resistenza dell’ambiente universitario alle riforme vorrei solo ricordare, quindi, che le regole applicate dai docenti coinvolti nello scandalo fiorentino sono già state modificate.

#iononcisto

Soprattutto, vorrei ricordare (in modalità de profundis) i molti colleghi che hanno “vinto” baronie, nepotismi e altre beghe dell’Università italiana interagendo con la parte sana del sistema; un sistema dove lavorano professionisti con curricula straordinari, sempre più delegittimati da un sempre più soffocante impianto burocratico-normativo sostanzialmente ostile/intollerante nei confronti dell’Università pubblica; colleghi che percepiscono retribuzioni prossime ai 1300 euro con i quali secondo Briatore (se lo dice lui !!!) non si vive ma provano ancora a trasmettere conoscenza e saperi, nonostante che una quota sempre crescente di stakeholder chieda solo di studiare meno e più promozioni/lauree.

#iononcisto

Sono questi colleghi le vere vittime delle vicende agli onori delle cronache, di una comunicazione distorta, degli inutili commenti dei tuttologi della legalità, delle ancora più inutili e dannose esternazioni di commis cui, insieme con una politica insofferente nei confronti della cultura (di cui evidentemente ha paura), va attribuita la maggiore responsabilità del disastro.

#iononcisto

Sono questi colleghi di cui il paese ha bisogno non meno di quanto ha bisogno di Philip Laroma Jezzi. L’inconsapevolezza di questa esigenza è uno degli elementi che concorre alla gara al ribasso (race to the bottom, l’inglese rende di più) nella quale siano inesorabilmente impegnati.