Da due anni a questa parte, nella città che fu cara a Federico II, si respira aria di euforia per il mondo del calcio andriese e lo si può dedurre dalla grande tifoseria presente ogni domenica al Degli Ulivi: non c’è dubbio che vi si incontri una delle tifoserie più calde della Lega Pro. Se poi navigaste per un po’ nei social, potreste scoprire che è più raro vedere post e video circa le più titolate squadre di serie A che non relative alla Fidelis Andria. Il merito di questo rinato entusiasmo nel tifare la squadra della propria città e di questo senso, quasi patriottico, di attaccamento alla maglia, va attribuito alle due promozioni consecutive (dall’Eccellenza alla Lega Pro) e anche ad un inizio di campionato straripante, che vede i bianco-azzurri nei piani alti della classifica, con sei punti in tre gare, dopo la vittoria al Via del Mare per 1-3 contro il Lecce e la vittoria interna al Degli Ulivi contro il Matera per 3-0. Protagonista di quest’ultima gara è stato uno degli acquisti di nicchia della Fidelis: stiamo parlando di Claudio Morra, giocatore dalle doti indiscusse e proveniente dal settore giovanile del Torino, squadra che l’anno scorso ha trascinato, a suon di goal, alla conquista del Campionato primavera. Abbiamo chiesto di intervistarlo e lui, grazie anche alla gentile collaborazione dell’Ufficio Stampa della Fidelis, ha prontamente accettato.

Claudio, a 20 anni, esordio in casa sul manto erboso del Degli Ulivi e dopo i primi 29’ minuti avevi messo firma sul tabellino per ben due volte: raccontaci le tue emozioni.

Ciao a tutti, tifosi della Fidelis e non. Bè sì, non potevo desiderare esordio migliore, considerando che sono al mio primo anno tra i professionisti ed ero alla prima in casa con la Fidelis. Ricordo che dopo il primo goal non sapevo cosa fare e dove dirigermi ad esultare, il cuore mi batteva all’impazzata. Anzi: al secondo goal sembrava volesse uscirmi dal petto. Vedevo i tifosi saltare di gioia. È stata un’emozione unica!

Ricordiamo un po’ le tue origini…

Sono nato vicino Torino e sono entrato subito a far parte delle giovanili granata. Dopo il lungo cammino nelle selezioni minori del Torino, la scorsa stagione è arrivata la vittoria del Campionato Primavera, che in casa granata mancava da circa 20 anni. Non eravamo tra i favoriti perché eravamo arrivati secondi durante la regular season, ma abbiamo giocato un gran calcio nelle final eight battendo formazioni sulla carta più attrezzate di noi, come Milan, Fiorentina e, in finale, la Lazio. Un’esperienza che porterò sempre con me, lungo tutta la mia vita.

Qual è il miglior pregio a livello tecnico di Claudio Morra? E dove invece pensi di doverti e poterti migliorare?

Senza dubbio i pregi migliori emergono nella corsa, ma anche nella grinta con cui scendo in campo e, infine, nella capacità di saper proteggere palla e giocare con le spalle alla porta. Tuttavia devo migliorare molto, specie per quanto concerne il gioco aereo e la finalizzazione sotto porta.

C’è un bomber a cui ti ispiri o a cui ti hanno già paragonato?

Da questo punto di vista ce ne sono a bizzeffe, e sicuramente cerco di non perdermi mai le partite dei più grandi attaccanti d’Europa. Tuttavia provo a far tesoro degli attaccanti che sono nella mia stessa squadra e che hanno più esperienza di me, vedi Grandolfo, Strambelli e Kristo.

Pensi che il calcio italiano debba puntare maggiormente sui calciatori provenienti dai rispettivi vivai?

Sì, credo che il calcio italiano debba essere più consapevole dei prodotti che ha in casa, senza ricorrere sempre e comunque al mercato estero, che alle volte è fruttuoso solo in apparenza. D’altra parte, sono anche convinto che sia giusto che giocatori come me, appena entrati nel calcio professionistico, vengano spediti in serie inferiori, come la Serie B o la Lega Pro, affinché si facciano le ossa e imparino il più possibile, a meno che tu non sia un fenomeno.

Sei a tutti gli effetti un cardine dell’attacco della Fidelis Andria: quali sono i tuoi obbiettivi personali e dove può, a tuo giudizio, arrivare la Fidelis in questo campionato di Lega Pro?

Il mio obbiettivo personale è quello di crescere e imparare il più possibile da questa esperienza, mentre per quanto riguarda la squadra, noi puntiamo a salvarci, ma lavoriamo sempre con umiltà e a testa bassa, ciò che verrà in più sarà tutto guadagno.

Ti aspettavi di trovare una tifoseria così calorosa?

Nonostante mi fossi informato su questa piazza e mi avessero detto che fosse una delle più calorose, non credevo affatto di trovare dei tifosi così belli, così vicini alla squadra, che intonano inni e ballano per tutto il tempo. È una gioia osservarli e ammirarli ed è importante per noi averli sempre al nostro fianco.

Per ritornare al discorso Torino: sabato c’è stato il derby primavera ed in gol è andato un tuo ex compagno, Gabriel Debeljuh. Pensi che lui possa tenere intatta l’eredità che tu gli hai affidato?

Sì, credo proprio di sì. Gabriel è un grande attaccante, perché sa unire le sue capacità fisiche a quelle tecniche, infatti alla prima di campionato è andato a segno su punizione contro la Fiorentina. Con lui mi trovavo alla grande e penso che quest’anno sarà l’arma in più del Torino primavera.

Infine un cenno sulla prima squadra del Torino: dopo le prime 5 giornate si trova nei piani alti della classifica, ed il calcio di Ventura mostra come questa squadra possa giocarsela con tutte. Un giorno pensi di poter indossare quella maglia?

Sì, sarebbe il mio più grande sogno. Tuttavia ce ne di strada da fare, per cui penso solo a lavorare sodo e con umiltà. Se un giorno dovessero richiamarmi alla base, ne sarei felice, ma ora ho solo la testa alla Fidelis, e se dovessero farlo significa che avrò lasciato il segno qui, mio primario step.

Grazie Claudio della disponibilità, buona fortuna per questa stagione e sempre forza Fidelis … e magari anche forza Toro.

Grazie a voi, farò del mio meglio, e ricambio il tuo tifo.