Voglio amare il tuo dio,

quel che tu chiami giusto,

ma non oso cercarlo

dove invade la guerra.

Sono stanco di spade

e di sangue vermiglio:

m’è bastato quel Figlio

inchiodato alla croce.

Ho timore del verso

che fa simili appelli

che richiama i fratelli

alla guerra divina.

Ho paura del vento

che trascina le dune

e rimuove ogni impronta

di vicende passate,

ma ti amo e ti stimo

sopra un mondo che gira,

non importa chi aspira

a volerlo fermare.

Tu, fratello, rimasto

con la brama di fede,

a chi indugia e non crede:

digli solo una prece.

Io non voglio mancare

alla festa dei giusti

fammi ancor meditare

questa notte di lutti

e se arranco la china,

dammi mano a salire

che al cospetto di Dio,

troveremo che, infine:

sarà il tuo e il mio.

 

Tratto da Salvatore Memeo, L’epilogo. Poesie. Levante Editori, Bari 2010, pp. 119, € 12,00


Articolo precedenteChinapedia: nel 2018, l’enciclopedia d’Oriente
Articolo successivoIl Paradiso delle isole greche: dieci mete da non dimenticare
Salvatore Memeo è nato a San Ferdinando di Puglia nel 1938. Si è diplomato in ragioneria, ma non ha mai praticato la professione. Ha scritto articoli di attualità su diversi giornali, sia in Italia che in Germania. Come poeta ha scritto e pubblicato tre libri con Levante Editori: La Bolgia, Il vento e la spiga, L’epilogo. A due mani, con un sacerdote di Bisceglie, don Francesco Dell’Orco, ha scritto due volumi: 366 Giorni con il Venerabile don Pasquale Uva (ed. Rotas) e Per conoscere Gesù e crescere nel discepolato (ed. La Nuova Mezzina). Su questi due ultimi libri ha curato solo la parte della poesia. Come scrittore ha pronto per la stampa diversi scritti tra i quali, due libri di novelle: Con gli occhi del senno e Non sperando il meglio… È stato Chef e Ristoratore in diversi Stati europei. Attualmente è in pensione e vive a San Ferdinando di Puglia.