Voglio amare il tuo dio,
quel che tu chiami giusto,
ma non oso cercarlo
dove invade la guerra.
Sono stanco di spade
e di sangue vermiglio:
m’è bastato quel Figlio
inchiodato alla croce.
Ho timore del verso
che fa simili appelli
che richiama i fratelli
alla guerra divina.
Ho paura del vento
che trascina le dune
e rimuove ogni impronta
di vicende passate,
ma ti amo e ti stimo
sopra un mondo che gira,
non importa chi aspira
a volerlo fermare.
Tu, fratello, rimasto
con la brama di fede,
a chi indugia e non crede:
digli solo una prece.
Io non voglio mancare
alla festa dei giusti
fammi ancor meditare
questa notte di lutti
e se arranco la china,
dammi mano a salire
che al cospetto di Dio,
troveremo che, infine:
sarà il tuo e il mio.
Tratto da Salvatore Memeo, L’epilogo. Poesie. Levante Editori, Bari 2010, pp. 119, € 12,00