Da dove cominciare l’elenco delle bevande? Eppure, la confutazione è facile: è tutta colpa del PD!

Caro Direttore,

mi chiedi ragione del mio silenzio, mi verrebbe da rispondere che grande è la confusione sotto i cieli dell’Italia e del globo terracqueo. Ma pur in questa confusione, brillano astri di insipienza che illuminano il cammino dei razzisti di Salvini e degli utili idioti dei 5 Stelle. Ci vorrebbe il ritorno degli Apoti per fermare questa deriva, ma qui si vede solo gente assetata e disposta a bere di tutto. E se l’asino beve, il padrone pentafascista gliela dà a bere.

Da dove cominciare l’elenco delle bevande? Si può andare a caso. Stiamo mettendo a soqquadro l’Europa per l’invasione dei negri, le statistiche ci dicono che rispetto all’anno scorso gli arrivi di immigranti sono calati dell’ottanta per cento. Si mobilitano gli sceriffi di legge e ordine per armare la mano degli italiani, pistole per tutti, mentre i reati di sangue continuano a diminuire (il dieci per cento meno sull’anno passato). Salvini tira dritto, come quello in camicia nera dell’Ottobre del ’22. Il controcanto di Di Maio, ex venditore di bibite, è patetico: Internet gratis mezz’ora, più soldi ai rider delle pizze, reddito di cittadinanza, ma solo agli italiani (un pizzico di Salvini ci vuole), i dazi, costo del lavoro più alto, abolizione di spesometro e altri strumenti anti-evasione e amenità varie, che fanno sorridere a bocca storta anche il ministro Tria che deve badare a non mandarci in bancarotta.

Poi i dioscuri del cambiamento passano all’attacco dei diritti acquisiti per mostrare lo scalpo degli ex-parlamentari ridotti alla fame e dei pensionati “d’oro” che hanno agito secondo le leggi vigenti a quel tempo. E mentre i decreti dell’invidia riempiono il cuore agli invidiosi (magari anche evasori e fancazzisti di una vita), Grillo pensa l’ultima: estrarre i senatori a sorte, travestendosi, il comico, da nuovo Pericle.

Sarebbe il caso di spiegare a Di Maio, suonatore di violino a orecchio, che i dazi li mette Trump perché l’America è un paese importatore, il contrario dell’Italia che, essendo un paese esportatore, aprirebbe una guerra commerciale già persa. Sarebbe caso di spiegare ancora loro che con i decreti dell’invidia non andranno da nessuna parte, saranno sommersi da decine di migliaia di ricorsi vincenti.

Vedi, caro Direttore, lo sconforto nasce dalla consapevolezza che questo governo fasciogialloverde non governa, piuttosto mantiene aperta la campagna elettorale, visto che fra un anno si vota per le europee, ben sapendo che di concreto potrà fare poco, oltre che un pezzetto di assistenzialismo e un pezzone di terrorismo quotidiano. Non si sente più parlare di Ilva, di grandi opere, di guerra alle mafie, di lotta alla evasione fiscale (anzi si favorisce con rinvii di strumenti come la fatturazione elettronica), di innovazione, di ricerca scientifica, di scuola, di giovani (a parte quelli delle pizze), di Mezzogiorno. E già: qualcuno ha capito che farà la ministra per il Sud che ha riempito le urne grilline? En attendant il reddito di cittadinanza, campa cavallo…

Il mio ragionamento è facile da confutare: la colpa è del Pd. Allora corro a iscrivermi al Pd. Perché un paese che crede all’invasione dei negri e all’assistenzialismo come ricetta per rilanciare l’economia è un paese che merita di peggio, persino il Pd, e meriterebbe anche il caratteraccio di Renzi, che la riforma, bocciata da un paese cieco, aveva concepito bene e gestita male. Salvini e Di Maio? Ridatemi Gentiloni e Calenda, per favore: almeno non urlano, dicono quattro cose sensate per il paese, hanno storie personali rispettabili, conoscono il mondo, sanno anche leggere e scrivere.

E voi tenetevi Salvini e Di Maio. E pure Grillo.


Fontehttp://uomoqualunque.net/2018/04/la-societa-di-coloro-che-non-se-la-bevono/
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Pugliese errante, un po’ come Ulisse, Antonio del Giudice è nato ad Andria nel 1949. Ha oltre quattro decenni di giornalismo alle spalle e ha trascorso la sua vita tra Bari, Roma, Milano, Palermo, Mantova e Pescara, dove abita. Cominciando come collaboratore del Corriere dello Sport, ha lavorato a La Gazzetta del Mezzogiorno, Paese sera, La Repubblica, L’Ora, L’Unità, La Gazzetta di Mantova, Il Centro d’Abruzzo, La Domenica d’Abruzzo, ricoprendo tutti i ruoli, da cronista a direttore. Collabora con Blizquotidiano.  Dopo un libro-intervista ad Alex Zanotelli (1987), nel 2009 aveva pubblicato La Pasqua bassa (Edizioni San Paolo), un romanzo che racconta la nostra terra e la vita grama dei contadini nel secondo dopoguerra. L'ultimo suo romanzo, Buonasera, dottor Nisticò (ed. Noubs, pag.136, euro 12,00) è in libreria dal novembre 2014. Nel 2015 ha pubblicato "La bambina russa ed altri racconti" (Solfanelli Tabula fati). Un libro di racconti in due parti. Sguardi di donna: sedici donne per sedici storie di vita. Povericristi: storie di strada raccolte negli angoli bui de nostri giorni. Nel 2017 ha pubblicato "Il cane straniero e altri racconti" (Tabula Dati).

5 COMMENTI

  1. Articolo lucido e amaro, ma pieno di verità. Si dice che ognuno ha quello che si merita. Era prevedibile che finisse in questo modo. Personalmente non condivido solo la scelta finale dell’autore perché ritengo che non siamo ancora un paese che merita di peggio, il PD. il PD così confuso con se stesso, perso nella sua inconsistenza per favore NO! Però ridateci Gentiloni.
    Ps: avete visto però che non lo vuole neanche il PD??? Questa è la politica in Italia. Non se ne esce

  2. L’unica riflessione che mi vien da fare è notare come si sia dato dell’asino a tutti gli italiani..perché voglia o non voglia questo governo è la “nostra” espressione. Come “nostra” lo erano tutti gli altri anche meno suffragati. Ritengo che colui che “meglio” si stia rivoltando nella tomba sia Berlinguer e non Almirante. Questo PD non è la “sinistra che vorrei”. Renzi ha sovvertito la regola: è stato il primo bambino a mangiare comunisti..😬

    • Secondo il me il primo comunista a mangiare… i coministi, è stato Massimo Dalema sostenuto dal “pericoloso” Bersani che tanto ha lavorato per rovinare intere categorie di giovani nel nome del… mercato… lui, di sinistra. Quella stessa sinistra che poi si è “divertita” ad azzannare Renzi, l’unico che ha tentato qualcosa seppur non riuscendoci.
      Il fulcro della questione va osservato ed analizzato anche in una sorta di lotta generazionale, quasi che i padri e i figli fossero in combutta per migliorare il mondo, dove: i padri, legati ai Berlinguer e Moro, alle lotte dei loro tempi vissute come uniche e preziose, non riconoscono i personaggi, le lotte e le croci dei loro figli, i quali si riconiscono nel M5S che ha saputo abbracciare e comprendere ciò che il PD e i suoi sindacati non hanno mai saputo e voluto comprendere. Questo è il prezzo che ora pagano: chiusi nel loro antro come il conte Ugolino.

  3. Ringrazio Antonio e Giuseppe dei commenti. Vorrei solo aggiungere che, piaccia o non piaccia, il Pd è l’unico partito sopravvissuto alla fine dei partiti, che (leggere “L’Italia contesa” di Giuseppe Vacca, ed. Marsilio) comincia con l’assassinio di Aldo Moro e con la rottura della stabilità mondiale Occidente-blocco Sovietico. Gli altri sono o padano-sovranisti o padronali o associazioni populiste di una Srl. Questo è lo stato dell’arte, poi ci sono le nostalgie e le fumisterie. Allora io ricomincerei dal Pd, che ha uomini e cultura politica, è antifascista, antipopulista, antisovranista, europeista. Ci sono errori da correggere e gruppo dirigente da cambiare, si può fare, si è fatto tante volte. Lo rifaremo, ma mischiarsi con i fascisti e con gli analfabeti, con gli incompetenti e gli invidiosi no. Io rivoglio sentire parlare di politica, non di paure inventate, di minacce inaccettabili e di amenità varie. Voglio stare con Macron e con la Merkel, non con i leghisti e con i comici. Conto sull’Europa, non con gli improvvisatori che annegano i bambini che cercano di sfuggire alla morte. Io sono cristiano.

  4. Caro Nunzio, credo che la tua analisi sia limitata. Il problema della sinistra, e del Pci in particolare, nasce dal momento in cui la questione morale sostituisce la politica, errore che Togliatti non fece mai. I D’Alema e i Bersani arrivano dopo e fanno prevalere le loro convinzioni sugli interessi del Pd e dell’Italia (referendum e scissione). Nel frattempo la perdita di visione in favore dei moralismi aveva già fatto danni enormi, perché l’idea di candidarsi a governare cavalcando Tangentopoli fu l’inizio della fine. Il grillismo nasce da quella idea, il resto è stata conseguenza. Adesso siamo in mano ai fascisti di Salvini e agli ignoranti di Di Maio, moralisti senza morale se non per i social.

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