«Le BR non  sono state sconfitte dallo Stato., ma con l’uccisione di Aldo Moro: si è creato il vuoto attorno a loro…»

Le Brigate Rosse nacquero nell’Italia del 1970, erano un movimento terrorista con una struttura paramilitare organizzata per colonne e cellule che realizzò atti di guerriglia e azioni politico-militari (ferimenti, gambizzazione e omicidi) con lo scopo di abbattere lo “Stato imperialista delle multinazionali” e indicare il cammino per il “raggiungimento del potere e l’instaurazione della Dittatura del proletariato e la costruzione del comunismo anche in Italia”. La storia delle Brigate Rosse si può dividere in tre diverse fasi: quella della “propaganda armata” dal 1970 al 1974; quella che prevedeva “un attacco al cuore dello Stato” dal 1974 al 1980; quella della divisione e della dissoluzione dal 1981 al 1988; per ultima quella della ricomparsa, dopo anni di assenza, con nuovi attentati dal 1999 al 2003.

Trani. A distanza di tanti anni dagli ultimi sanguinosi episodi di terrorismo pianificati dalle Brigate Rosse, abbiamo parlato con Nicola, preferisce rimanere anonimo, un uomo di circa 60 anni che ha vissuto singolari esperienze.

Nicola, come e dove è cominciato tutto?

Tutto è cominciato a Milano all’incirca verso il 1975/1976 con la frequentazione di un gruppo extraparlamentare di sinistra, avevo 21 anni. Feci amicizia, in un locale dove ci si incontrava per preparare striscioni politici e altro, con un ragazzo di estrazione borghese che fu il primo ad essere contattato da aderenti alle Brigate Rosse.

La proposta di adesione alle Brigate, qualche anno dopo fu fatta anche a me che ero attivo e nel gruppo e nel sindacato dell’azienda in cui lavoravo: il ragazzo di cui ho parlato, mi invitò senza anticiparmi nulla ad andare a Como per incontrare alcuni suoi amici o conoscenti. Il luogo prestabilito era una pizzeria vicino al lago dove ci attendevano due ragazzi e una ragazza che non mi fecero una bella impressione poiché dall’aspetto equivoco. Ordinammo una pizza e delle birre e parlammo di politica in generale sino a quando cominciarono a farmi domande specifiche su cosa pensassi delle BR e se condividevo l’uso della violenza nei confronti di taluni individui che rappresentavano il capitalismo.

Aveva intuito chi fossero?

Sì, e me lo aspettavo. Alla fine poi ammisero di appartenere alla BR ed io espressi la mia opinione: non ero d’accordo con loro perché l’uso della violenza non era mai giustificato.

Chi erano veramente le Brigate Rosse secondo lei?

Per buona parte erano figli della borghesia, molti di loro arrestati ma una certa parte “salvata” da non so chi.

Qual era il contesto sociale in quegli anni?

La sinistra nel 1970 circa stava crescendo in popolarità e cercava di ottenere più diritti come l’accesso dei figli degli operai alle Università, migliorie lavorative: in alcune luoghi di lavoro non si avevano diritti.

Mi fa un esempio di causa scatenante di tanta avversità civile e politica e sociale?

A partire dal 1968 circa ci fu la strage di Piazza Fontana a Milano nella Banca dell’Agricoltura in cui morirono tante persone, Piazza della Loggia a Brescia, il treno Italicus a Bologna: tutte organizzate dai Servizi Segreti deviati con la collaborazione, secondo me, della politica di destra più reazionaria. L’obiettivo era quello di costringere lo Stato democratico a restringere le libertà individuali dei cittadini. Ci furono tentativi di colpi di stato, prima da parte del principe Junio Valerio Borghese e poi del generale dei Carabinieri Giovanni de Lorenzo: all’ultimo fermati dal contrordine di lasciare perdere ogni cosa, probabilmente da parte degli americani.  Erano inoltre attive organizzazioni come Gladio che dovevano combattere il comunismo qualora fosse andato al potere.

È mai stato coinvolto attivamente in qualcosa?

Personalmente no, ma il fatto di essere molto amico di questo ragazzo  che chiamerò B, affiliato alle Brigate Rosse, mi ha creato problemi soprattutto con le Forze dell’Ordine. Questo amico si dava alla clandestinità come nei protocolli delle BR per poi riapparire senza preavviso e insospettendo tutti. Mi raccontava di avere fatto delle rapine alle banche per finanziare le azioni sovversive, confidando nella mia omertà.

Come mai non lo ha mai denunciato?

Ero molto legato a lui e non me la sentivo. So di avere sbagliato e comunque non conoscevo i particolari, ma solo piccoli dettagli insignificanti.

Le forze di polizia sapevano di questo suo amico?

Sì, hanno scoperto cosa faceva e sono risaliti anche a me in quanto suo conoscente e militante delle organizzazioni extraparlamentari. In diverse occasioni mi hanno chiamato in Questura e nei Comandi dei Carabinieri.

Che tipo di domande le facevano e come avveniva il tutto?

Mi portavano in una stanza con pochi mobili e mi facevano sedere su di una sedia e di solito due uomini in piedi, in borghese, si alternavano nelle domande del tipo: se conoscevo B (il mio amico brigatista), se facevo parte anche io delle BR, se sapevo dove si nascondevano. Dichiaravo sempre di conoscerlo, ma di non sapere altro. Non contenti, quasi sempre mi tiravano qualche schiaffone in faccia, minacciandomi di mettermi nei casini se non avessi parlato. Mi chiudevo nel mutismo più assoluto e dopo qualche ora mi lasciavano andare.

Ci sono stati altri episodi spiacevoli?

La mia vita era diventata un inferno, non potevo uscire con l’auto perché mi fermano spesso per controlli. Una notte sono rientrato a casa, ho aperto il portone e sono stato praticamente aggredito da quattro persone in abiti civili che senza qualificarsi (avevo comunque intuito chi fossero) con sacchetti o astucci pieni di sabbia mi colpirono in più parti del corpo pur di sapere ancora dell’amico B. Io di solito gridavo per paura, svegliando i condomini e a questo punto di solito andavano via.

Cosa capitò al suo amico B?

Morì in un conflitto a fuoco con i Carabinieri negli anni ’80.

Le BR sono state sconfitte?

Sì, ma non dallo Stato. Bensì con l’uccisione dell’Onorevole Aldo Moro si è creato il vuoto attorno a loro soprattutto da parte dei lavoratori i cui ideali non erano né con lo Stato né con le Br.