«Ho visto “fumo”, e ho fatto fuoco di copertura»: non siamo in una operazione militare né in un’azione anticrimine. Non siamo neanche in un videogame. Quelle tra virgolette sono le parole con cui Antonio Tagliata ha confessato l’omicidio di Roberta Pierini, avvenuto ad Ancona lo scorso 7 novembre.

I fatti di cronaca sono tristemente noti e non staremo qui a riepilogarli. Vogliamo piuttosto fermarci anche solo un minuto, per riflettere. E interrogarci.

Cosa sta succedendo ai nostri giovani, meglio, alla nostra società, se due ragazzi che, appena 4 mesi fa, non si conoscevano, decidono di ricorrere alla violenza estrema per superare l’opposizione dei genitori di lei alla loro unione?

Questa, infatti, era la sola “colpa” di Roberta Pierini e Fabio Giacconi, mamma e papà della fidanzata sedicenne di Tagliata. E, proprio come in un videogame, chi si oppone va eliminato. Zero possibilità di chiarirsi, di dialogare. Soprattutto, zero possibilità di tornare indietro: «Il padre aveva uno sguardo minaccioso, ha detto “adesso basta” ed è venuto verso di me: ho avuto paura, non ho capito più niente. Gli occhiali mi si sono appannati, ho sentito la mia ragazza che diceva “spara, spara!”, e ho sparato’».

Ha sparato. E ha ucciso Roberta Pierina, con un colpo alla testa. Una vera e propria esecuzione capitale, come ha dichiarato il Gip Antonella Marrone, avvenuta dopo che la donna era già riversa a terra, ferita al fianco e a un braccio. Anche Fabio Giacconi è gravemente ferito: lo sarà ancor di più quando avrà la piena consapevolezza che sua figlia ha agito insieme all’assassino di sua moglie.

La ragazza oggi si dissocia e dichiara: «Non doveva finire così. Doveva essere solo un chiarimento con i miei genitori […] sono rimasta impietrita quando Antonio ha estratto l’arma e ha sparato. Pensavo che fosse una pistola finta».

Ma i giudici hanno avallato la tesi accusatoria del pm Andrea Laurino e del procuratore minorile Giovanna Lebboroni, secondo i quali i due “fidanzatini” hanno pianificato insieme il delitto. È stata ”un’esecuzione” scrive il Gip Antonella Marrone nell’ordinanza che dispone la custodia cautelare per il 18enne reo confesso dell’omicidio della madre della fidanzata e del ferimento del padre.
Antonio Tagliata e la sua fidanzata dovranno così rispondere dei reati di omicidio volontario, tentato omicidio e porto abusivo d’arma. Noialtri avremo altro a cui rispondere, per esempio alla nostra coscienza che, speriamo, ancora si interroga sul mondo che stiamo lasciando in eredità ai nostri figli.

 


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