“Venditore. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?
Passeggere. Almanacchi per l’anno nuovo?
Venditore. Sì signore.
Passeggere. Credete che sarà felice quest’anno nuovo?
Venditore. Oh illustrissimo sì, certo.
Passeggere. Come quest’anno passato?
Venditore. Più più assai.
Passeggere. Come quello di là?
Venditore. Più più, illustrissimo…”

(Leopardi, Operette Morali)

 

Aleppo, i migranti, i terremoti di Accumoli, Amatrice, Arquata del Tronto e quelli di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera, Norcia e Preci. La strage dei treni, il 12 luglio, tra Andria e Corato. Sempre a luglio, la mania di Pokemon go. E poi, random: la Brexit, il fallito colpo di Stato in Turchia, la sconfitta della Clinton o, se preferite, la vittoria di Trump, la sconfitta di Renzi o, se preferite, la vittoria del no al referendum costituzionale.

E, ancora, gli attentanti: Bruxelles, Nizza, Berlino, ma anche Zliten, Istanbul,  Damasco, Baghdad, Samarra, Dacca, ecc. ecc..

Senza parole…

Notizie dal mondo: Dilma Rousseff si dimette in Brasile, la crisi economica attanaglia il Venezuela, muore Fidel Castro a Cuba; in Africa, invece, i bambini continuano da decenni a morir di fame e ci lasciano tutti colpevoli…

Cultura e dintorni: muore Umberto Eco, che il nobel non l’ha mai vinto, muore Dario Fo, l’ultimo italiano a vincere il nobel per la letteratura; lo stesso che danno nel 2016 a Bob Dylan, che però fa il “choosy”; ma è l’anno maledetto per i VIP della musica: muoiono David Bowie, Prince, Leonard Cohen, George Michael, solo per citare i più famosi…

Un elenco caotico e incompleto, ma forse sufficiente a lasciare l’impressione che l’anno che ci lasciamo alle spalle non sarà ricordato come un anno felice. Troppo sangue, troppa violenza, troppe, troppe ingiustizie. Troppe morti: alcune volute direttamente dall’uomo, altre da una natura matrigna – come direbbe Leopardi – ma che, nel seminare dolore, vede, ancora e ancora, la complicità diretta o indiretta dell’uomo…

Cosa resterà degli anni ’80, cantava Raf. Cosa resterà del 2016, vorremmo chiederci noi. Tanti brutti ricordi, un senso di amarezza e dispersione, un disorientamento sul futuro che, per quanto riguarda il Belpaese, è quanto mai incerto, specie se si guarda all’orizzonte politico: quanto durerà il Governo Gentiloni? quando e con quale legge si andrà a votare? finirà mai la crisi e chi sarà il traghettatore delle sorti nostrane?

Il quadro si fa ancora più confuso se si esce dal nostro piccolo recinto: Aleppo è solo un triste simbolo, reso tardivamente noto da media asserviti al potere e al bon-ton – speriamo che l’attuale tregua regga, ma ricordiamo che in Siria si muore da quasi 6 anni. In realtà, la posta in gioco è molto più ampia: USA, Russia, Cina, Medio Oriente, ovvero il riassetto degli equilibri geopolitici mondiali, con i paesi BRICS, in forte espansione economica, che non ci stanno più a fare da comparsa – ed è di questi giorni la notizia dell’India che testa un suo missile capace di trasportare una testata nucleare con una gittata di 5000 km – mentre Israele alza la voce solo perché l’ONU, con una recentissima risoluzione, gli ha ricordato che i diritti umani sono tali anche per tutti: anche per i Palestinesi…

Nel frattempo, Obama, che a maggio si era già recato in visita ad Hiroshima, caccia i diplomatici russi – uno schiaffo a Putin accusato di aver manipolato il voto USA – e, lo scorso 27 maggio, va col premier giapponese Shinzo Abe a Pearl Harbor: ma nessuno dei due, come ha fatto notare su Rai Uno Franco Di Mare, chiede scusa per gli scempi del passato…

Tutto va ben, madama la marchesa!

In tanto sconcerto, il mondo si aggrappa dove e a chi può: solidarietà, volontariato, rispetto dell’ambiente, pacifismo, movimenti di rinascita spirituale sono termini tornati di moda e papa Francesco semina gesti e parole che leniscono i cuori, …anche quelli dei non credenti.

Basterà questo? Forse no, forse sì. D’altronde, se non seminiamo luce, cos’altro potremmo raccogliere?

A proposito: nel 2016 è morto anche Muhammad Alì, già noto come il boxer Cassius Clay, ma hanno fanno santa Madre Teresa di Calcutta, già nota per aver amato e sperato anche attraverso la notte più oscura…

Non c’è che dire. Cari lettori di Odysseo, mi raccomando, facciamoci gli auguri: buon anno! buon anno!

 


Fontewww.publicdomainpictures.net
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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...