“Non ti accorgi che hai perso quello che non hai donato?”. La domanda, retorica, di Sant’Agostino è un precetto alla base della Cooperativa andriese dedicata al Santo d’Ippona, lo stesso precetto su cui si basa il nuovo progetto di “spesa sospesa”.

La “Cooperativa Sociale Sant’Agostino”, infatti, presieduta da Vincenzo Roberto e guidata spiritualmente dal conforto di Don Vito Gaudioso, nasce con l’obiettivo di regalare al prossimo nella stessa misura in cui si intende aiutare se stessi.

Un abbozzato “do ut des” senza scopo di lucro, la rilevazione di un’attività alimentare nel Centro Storico di Andria (in via Corradino di Svevia, nei pressi della torre dell’orologio), “I sapori dell’incontro” che segue le orme di “Siamo Noi”, un progetto “Green Life” che, nel 2016, ha messo a disposizione degli esercenti un forno a legna grazie al quale rifornire la cittadinanza di prodotti tipici e specialità locali, come espressamente chiesto dall’enciclica “Laudato Sii” di Papa Francesco.

Un contributo che ogni cittadino andriese può offrire per incrementare il valore mercatale autoctono e recuperare le relative risorse agricole di un territorio da far rifiorire. Ciò a cui la Cooperativa anela è diversificare la produzione ed il consumo di cibo, una sorta di sabba sociale che ci riconcili al significato di attesa e solidarietà. In questo senso l’iniziativa di una “spesa sospesa”, di lasciare cioè al prossimo cliente la possibilità di usufruire di un chilo di pasta precedentemente pagato da altre persone, sarebbe da intendere a mò di ammortizzatore o paracadute per chi, specie qui al Sud, combatte tutti i giorni contro il disagio occupazionale.

Ciao Vincenzo. Da dove trae origine la scelta di chiamare l’attività “I sapori dell’Incontro” e perché si è deciso di confermarne l’ubicazione proprio nel Centro Storico?

Volevamo creare un incontro tra la gente, di culture, di idee e di pensieri. Questa attività nasce nel Centro Storico per dare nuovo slancio, con nuove ma vecchie tipologie di lavoro, ad una zona, troppo spesso additata per episodi legati a violenza e frastuono, ma che necessita di particolare attenzione; un Centro Storico dove poter rivalorizzare gli esercizi di vicinato, quei negozietti nei quali è possibile entrare e scambiare un’idea, condividere un pensiero, un proprio momento di vita con l’esercente. Una clientela eterogenea e variegata: dal dottore all’avvocato, dall’operaio alla casalinga, dal giovane all’anziano, vite e storie che trasmettono le nostra essenza e tradizione, raccontando le radici di chi ci abita.

Cosa si intende per “luoghi di vicinato”?

Un luogo in contrasto con i grandi centri commerciali, dove la gente cammina quasi come “zombie” tra le vetrine, senza instaurare un rapporto umano con il venditore ma concentrandosi solo sul prodotto, quindi sempre più proiettata ad un consumismo ossessivo, fatto di acquisti futili. Per “luogo di vicinato” si intende garantire opportunità di lavoro a ragazzi con nuovi stili di vita, eterodiretti verso un lavoro sociale che faccia lievitare un’economia più di quartiere, di città.

Un’economia che includerà anche il concetto di “spesa sospesa”. Azzardo o speranza?

Promuovere un prodotto alimentare “sospeso” è fattibile speranza. Esporremo un cartello al di fuori del negozio, creando così una relazione solidale indiretta, discreta e concreta con chi tira avanti solo grazie ad una pensione minima o ad uno stipendio sporadico.

 

A Don Vito Gaudioso, invece, chiediamo di fornirci una diversa chiave di lettura, una lungimirante visione cristiana che dia al cittadino la consapevolezza di esser parte di un progetto ad ampio raggio, un cammino sterrato ma, non per questo, ricolmo di gioia:

Ciao Don Vito. In tempi, come questi, nei quali appare difficile coniugare ricerca di spiritualità a contingenze fattive nell’approvvigionamento di viveri per i più poveri, la scelta della Cooperativa Sant’Agostino si erge a piacevole eccezione. Quanto è difficile prodigarsi concretamente per la comunità?

Ogni comunità cristiana è un pendolo tra annuncio del Vangelo e una mano a chi ha bisogno, un bisogno non solo economico, ma anche psicologico, morale, una mano tesa verso chi è nell’indigenza.

A tal proposito, qual è il compito più importante a cui deve assolvere la Chiesa per la cura dei più indigenti?

Il compito non è affatto semplice. Purtroppo ci sono realtà che chiamano con urgenza, che necessitano di risposte immediate. Un povero che bussa alla nostra porta rappresenta la volontà di Gesù, e davanti a questa volontà dobbiamo farci testimoni credibili. La Cooperativa Sant’Agostino è espressione di un Vangelo vissuto, un testo sacro che si cala nella contingente difficoltà per i giovani di un lavoro onesto. Raggiungere questo scopo sarebbe per tutti noi una soddisfazione concreta, utile e celestiale.